Cari startupper, le relazioni nel team contano di più del prodotto che volete lanciare

Nel suo nuovo articolo il contributor Antonio D'Este invita chi si sta impegnando in un nuovo progetto d'impresa a non trascurare la qualità delle relazioni con il team con il quale lo si vorrebbe realizzare

di Antonio D’Este*

Spesso in una fase di start up, sia questa per la creazione di una nuova azienda o per l’avvio di un nuovo progetto all’interno di un’azienda già esistente, si pone tutta l’attenzione verso il prodotto o il servizio che si vuole inventare, sviluppare e proporre.
E dove poniamo attenzione, lo sappiamo, lì andrà tutta la nostra energia. Un fatto positivo di per se stesso.

Immaginiamo quanto possa essere stimolante trascorrere giornate interminabili ad approfondire tutti gli aspetti di quel prodotto in ogni minimo dettaglio, l’analisi di quanto di simile possa già esistere, come diversificarsi dalle altre offerte, come creare la “Unique Selling Proposition” personale, come individuare il target ideale, come coinvolgerlo e interessarlo.

Sicuramente sono tutte questioni essenziali per garantirsi il successo di un prodotto/servizio, ma spesso ci si dimentica di qualcosa, o meglio, di qualcuno. Dove sono le persone in tutto questo processo?

Non sto parlando del consumatore finale, di norma comunque presente nelle analisi che incrociando grandi quantità di dati ce ne indicano comportamenti, abitudini, gusti, preferenze ecc.
Parlo piuttosto del team di lavoro che si sta dedicando al progetto, che sembra a volte passare in secondo piano o, per meglio dire, diventare meno focale rispetto al prodotto/servizio stesso.

La domanda da porsi è quindi questa: come si sta dando vita alla nostra idea?
E se ci fosse un nuovo punto di vista che dia al gruppo di lavoro la possibilità di ripensare al processo di sviluppo e alla strategia di marketing partendo da uno spazio di presenza completamente diverso, non comporterebbe forse risultati completamente diversi?

Ad esempio: i conflitti interni, le incomprensioni, le proprie idee in contrasto con quelle degli altri, la scelta dei collaboratori adatti, la mancanza di coinvolgimento sono tutti temi che potrebbero essere risolti e monetizzati come energia creativa se convogliata tutta nella stessa direzione.

La nostra energia andrebbe insomma incanalata non più solo verso il prodotto, bensì in un circolo virtuoso composto da persone, analisi, sviluppo, progetto, risorse, prodotto/servizio e di nuovo persone, il tutto strutturato attraverso una time line evolutiva che permetta di “viaggiare nel futuro” e auto-motivarsi.

Accade a volte che nel corso delle fasi di start up, qualcuno dei componenti si perda lungo il percorso di sviluppo, a causa di non detti o di una scambio interno che “dà per scontato” alcuni passaggi ritenuti quasi obbligati.

Il mettere in discussione il team in modo coerente con gli obbiettivi che il modello di business richiede, spesso porta a trascurare alcuni elementi sottili che a una prima analisi sfuggono anche al manager più attento.
La possibilità, quindi, di osservare la situazione da un punto di vista totalmente nuovo, affidandosi a una parte profonda delle persone, molto più potente di regole e metodi o abitudini codificate, porta il team a rivelare aspetti fino a quel momento non considerati o addirittura sottovalutati.

Ciò che è vero per ognuno dei componenti del team, darà forza al progetto. Diversamente, lo indebolirà.
Poter fare emergere tali aspetti osservandoli in modo più distaccato, permette a tutto il gruppo di beneficiare di una nuova posizione all’interno del proprio sistema, dove il sentirsi a proprio agio dà al progetto nuova vitalità creativa, ottenendo un miglioramento delle relazioni e in definitiva un beneficio immenso per il progetto nella sua completezza.

Il progetto, il prodotto, il servizio, diventano un tutt’uno con le persone che lo stanno gestendo, creando, sviluppando, amando. Il cliente percepirà questa energia e ne resterà inevitabilmente affascinato.
Qualsiasi processo tecnologico, senza l’intervento dell’uomo ispirato dal suo profondo perché, risulta essere fine a se stesso e rischia di perdere di valore e beneficio per il progresso di un determinato settore o di una specifica azienda.

L’invito è quindi quello di rispettare il ruolo centrale di chi sta pensando, vivendo, creando, sviluppando un determinato progetto, affinché tale percorso trasformativo sia anche parte di un processo interiore che ne riveli tutto il valore in termini assoluti.

Così facendo, ogni nuovo progetto, ogni start up in ambito aziendale o personale, diventano un’occasione di crescita e il risultato finale sarà in linea anche con le aspettative legate a un risultato economico, come sua naturale evoluzione.

Le tecniche non convenzionali che propongo e utilizzo, basano la loro efficacia proprio su questo profondo rispetto per tutti gli attori in gioco. Secondo la mia prospettiva, l’anima delle persone è ciò che anima il prodotto, il loro sentire è il percepito dal cliente finale.

Un prodotto, un servizio diventa l’estensione di come un gruppo di lavoro lo sente, lo crea, lo vive, lo sviluppa e infine lo comunica.
Più la coesione interna sarà in linea con una verità più profonda di chi compone il team, più il prodotto che ne deriverà sarà potente nella percezione del cliente finale.

In fondo, se ci pensiamo bene, nella sua accezione più semplice, il marketing è lo studio di una relazione e la conseguenza di un dialogo che si instaura, prima che tra azienda e persona, tra persona e persona.
Ed è proprio quest’ultimo tipo di dialogo ciò che è più importante.

*Chi sono (da LinkedIn)

Facilito il cambiamento individuale e organizzativo attraverso percorsi di trasformazione e consapevolezza. Applico la visione sistemica alla consulenza aziendale e alla formazione professionale, considerando l’individuo, l’azienda e la professione come ecosistemi interconnessi. Il mio obiettivo è generare soluzioni che ispirano una profonda trasformazione, trascendendo la semplice risoluzione dei problemi per creare vera crescita. Mi considero un esploratore di connessioni invisibili, un catalizzatore di cambiamento autentico.

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