Giornata mondiale della salute mentale: il valore strategico del welfare aziendale
In un mondo dove il lavoro rimane un nodo centrale delle nostre vite, promuovere un ambiente lavorativo che curi non solo la performance ma anche il benessere mentale dei dipendenti è sempre più fondamentale, tanto per le imprese quanto per chi ci lavora. Secondo Pluxee Italia il welfare risulta parte integrante della sfida.
Ricorre oggi la Giornata mondiale della salute mentale, un’occasione per riflettere sull’importanza di tutelare la salute psicologica non solo nella vita privata, ma anche nei luoghi di lavoro. Sempre più dipendenti, infatti, chiedono alle aziende di mettere al centro del welfare programmi e iniziative in grado di supportare l’equilibrio psico-fisico, ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita. Non fornirli significa esporsi al rischio concreto di sentirsi dire addio da parte dei propri collaboratori.

Ne sono convinti in Pluxee, azienda specializzata nel settore dei benefit aziendali, che ha curato una ricerca sul grado di coinvolgimento dei dipendenti, attenti alle realtà che li erogano nel 74% dei casi. Nella visione degli intervistati, in particolare, i benefit devono rispondere in prima battuta a criteri come la capacità di impattare positivamente sul bilancio familiare e migliorare la qualità della vita, e un’attenzione speciale è rivolta alle attività a supporto della salute mentale.
Su quest’ultimo aspetto, l’edizione più recente del Mind Health Report AXA rivela che, a livello globale, il 52% dei dipendenti apprezzerebbe programmi di supporto alla propria salute mentale, mentre secondo il report annuale Salary Guide 2025, realizzato dalla società di recruiting HAYS Italia, ben il 70% di chi ha fruito di simili iniziative ha riscontrato benefici, soprattutto in termini di migliore ambiente di lavoro (48%), di riduzione dello stress (42%) e di un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata (42%).
Ciononostante, sembra esserci una disconnessione: per il 70% degli intervistati di HAYS Italia, l’attenzione al benessere psichico non è una pratica integrata nella cultura aziendale, e ancora, per Unobravo, partner integrato nella piattaforma welfare di Pluxee, quattro lavoratori su dieci ritengono che il loro datore di lavoro non offra attualmente alcun benefit o supporto specifico per il benessere mentale. Una distonia che, in maniera specifica per la sede italiana della società, costituisce un segnale a cui prestare la massima attenzione.
Quali le iniziative possibili per venire incontro alle esigenze delle persone? Secondo Hays, ce ne sono diverse, a partire da una maggiore flessibilità oraria, indicata dal 55% degli intervistati, poi la possibilità di accedere alla consulenza psicologica, indicata dal 46%, o ancora le sessioni di mindfulness o di meditazione (28%) e per finire l’organizzazione di workshop dedicati al benessere e alla salute mentale (28%).
Sui dati sopra elencati e più in generale sulla crescente centralità della tutela del benessere mentale al lavoro, ha detto Anna Maria Mazzini, Marketing & Product Director di Pluxee Italia: «Sfera professionale e privata sono strettamente correlate, tanto da influenzarsi a vicenda. Per molte persone, il lavoro è una fonte preziosa di autostima, realizzazione, amicizia e struttura quotidiana, ma per le aziende è necessario riflettere anche su come fare la differenza nella vita di tutti i giorni dei dipendenti, contribuendo significativamente al loro equilibrio psico-fisico e, di conseguenza, alla loro efficienza e soddisfazione lavorativa. Questo include l’offerta di benefit aziendali mirati a migliorare il benessere dei dipendenti e l’elaborazione di piani di welfare ad hoc, che non solo rispondano alle esigenze immediate dei lavoratori ma che promuovano anche una cultura aziendale incentrata sul wellbeing e sul benessere a lungo termine».
Da considerazioni del genere discende la conclusione di Mazzini sul valore sempre più basilare del welfare aziendale come «componente della strategia organizzativa delle aziende moderne».
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