Sicurezza sul lavoro e realtà virtuale, un binomio formativo che funziona

Presentato qualche settimana in Senato un progetto formativo immersivo sui temi della sicurezza sul lavoro, sviluppato dall'azienda di digital learning Piazza Copernico in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova e TXT Group.

Daniela Pellegrini

La realtà virtuale può essere un potente strumento di formazione oltre che di retention soprattutto dei contenuti relativi alla sicurezza sul lavoro. Se utilizzata bene, può diventare un’ottima formazione continua da erogare ai lavoratori in maniera continuativa. E’ di questo avviso Daniela Pellegrini, Responsabile dell’Area Ricerca e Sviluppo di Piazza Copernico, azienda romana attiva nel digital learning per il mondo corporate, in occasione della presentazione del progetto di ricerca Axis, che si è tenuta in Senato qualche settimana fa. Acronimo di “Appraisal with eXperiential Immersive Simulation”, il progetto ha visto la collaborazione del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e di TXT Group.

Punto di partenza di Axis è stata l’analisi di come le persone vivono le esperienze immersive e quali fattori abilitano l’apprendimento nei contesti critici. La seconda fase ha previsto sperimentazioni in contesti reali come l’Università di Padova e l’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Le simulazioni sono state integrate anche nei corsi di formazione di Saltech, società di consulenza aziendale con sede a Roma specializzata nel campo della sicurezza sul lavoro, medicina del lavoro, antincendio e formazione. La partecipazione di queste realtà a permesso a Piazza Copernico di ricevere il primo premio nella categoria “Digitale e nuove tecnologie” promossa dall’Associazione Italiana Formatori.

Per validare l’efficacia della Realtà Virtuale come strumento formativo, il progetto AXIS ha previsto uno studio condotto su 112 partecipanti volontari tra i 20 e i 28 anni, suddivisi in tre gruppi con modalità di apprendimento differenti.

Due gruppi hanno affrontato una fase di training immersivo in VR, uno in modalità “base” con un avatar che forniva verbalmente le istruzioni per eseguire le procedure corrette, e l’altro in modalità “didattica” che oltre all’avatar includeva aiuti e pannelli informativi esplicativi che potevano essere consultati durante l’esperienza.

Il terzo gruppo, invece, denominato “di controllo” ha ricevuto solo una preparazione teorica attraverso un video senza svolgere quindi un addestramento preliminare attraverso l’ambiente immersivo. L’esperienza, che simulava scenari realistici di incendio e gestione delle emergenze, è stata poi seguita da una prova pratica in VR per tutti i partecipanti.

I risultati emersi dallo studio hanno evidenziato che i gruppi che avevano familiarizzato con la VR hanno ottenuto risultati migliori, dimostrando maggiore autonomia, meno errori e tempi di esecuzione più rapidi rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, è emerso che la VR agisce a livelli diversi della memorizzazione, stimolando la memoria fattuale – quella a lungo termine – piuttosto che l’acquisizione di conoscenze teoriche astratte. La familiarità con il dispositivo VR ha dimostrato di influenzare positivamente il punteggio finale nel test post-simulazione.

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