DESK(T): il futuro del lavoro da remoto e del turismo sostenibile

Nel 2024 i lavoratori italiani da remoto hanno toccato quota 3,5 milioni con una crescita del 17% rispetto al 2022. Il dato è emerso nella ricerca finanziata in partenariato esteso e il coordinamento del Politecnico di Milano, che ha progettato una "scrivania intelligente" perfetta per il "workation" dalle zone rurali italiane, con effetti positivi sulla destagionalizzazione del turismo e la crescita economica delle piccole comunità locali.

L’innovazione sostenibile può partire dalle aree rurali, grazie anche all’aumento delle persone che lavorano da remoto? E’ questa la domanda che si è posta il progetto DESK(T), sviluppato nell’ambito del Partenariato Esteso MICS (acronimo di “Made in Italy Circolare e Sostenibile”), coordinato dal Politecnico di Milano. Finanziato attraverso un bando ad hoc dedicato al trasferimento tecnologico e alla ricerca applicata, il lavoro congiunto sviluppato da università e imprese ha unito design, tecnologia e sostenibilità in un percorso di dodici mesi, allo scopo di valorizzare il turismo diffuso e i nuovi stili di vita legati allo smart working.

Nello specifico, DESK(T) ha permesso di portare alla luce un fenomeno che nel 2024 ha interessato in Italia oltre 3,5 milioni di lavoratori da remoto, con una crescita del +17% rispetto al 2022. In parallelo, il turismo legato alla “workation” – la combinazione di vacanza e lavoro – è stato sperimentato dal 32% dei viaggiatori italiani mentre il 41% dei lavoratori da remoto ha svolto almeno una parte della propria attività da una località turistica nell’ultimo anno (fonte: EY Future Travel Behaviours 2025).

Le tendenze sopra descritte aprirebbero dunque nuove opportunità per le aree interne, oggi ancora escluse dai principali flussi turistici. Lo sostiene in particolare il rapporto realizzato da TEHA Group, che parla di un 75% dei visitatori che si concentra su appena il 4% del territorio nazionale.

Venendo al dettaglio del progetto, DESK(T) ha ideato una scrivania intelligente, multifunzionale ed ecologica, realizzata con materiali riciclati e processi a basso impatto ambientale, pensata per integrarsi negli spazi rurali e ricettivi, dai B&B agli agriturismi fino ad ostelli e borghi diffusi.

Di pari passo, la ricerca sociologica e di mercato correlata alla progettazione della scrivania, ha confermato come la diffusione di postazioni di lavoro “smart” in strutture rurali possa destagionalizzare i flussi turistici, favorire l’ospitalità prolungata e generare nuove economie locali. In altri termini, il progetto ha fornito la dimostrazione concreta di come un modello di turismo ibrido, la già citata “workation”, possa diventare un fattore competitivo per l’Italia, capace di coniugare innovazione, qualità della vita e sostenibilità ambientale.

Tra i partner coinvolti nel progetto figurano anche Ruralis, startup player del turismo sostenibile che opera per valorizzare le aree interne e le comunità locali, e Mastio Restauri, impresa artigiana specializzata nel restauro di beni vincolati e falegnameria.

In merito al proprio coinvolgimento nel progetto ha detto Nicolas Verderosa, CEO di Ruralis: «Prendendo parte a questo progetto abbiamo voluto dimostrare che l’innovazione non appartiene solo ai grandi centri urbani. Le aree interne italiane possono diventare luoghi di sperimentazione e di benessere, dove sostenibilità e tecnologia convivono in equilibrio. È qui che immaginiamo il futuro del lavoro e del turismo».

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