Welfare aziendale e Gen Z, destini incrociati nel nome del futuro del lavoro

Non più semplici benefit, ma simbolo di una nuova cultura del lavoro: secondo il Ceo di Eudaimon Alberto Perfumo, è questa la trasformazione in atto nel mondo del Welfare aziendale per merito delle esigenze portate dalla Gen Z che dal lavoro si aspettano un'esperienza di crescita, non solo lo stipendio


Non semplici pacchetti di benefit, ma leva strategica per la crescita di aziende e persone: è questo il destino del Welfare aziendale. Lo sostiene Eudaimon, l’azienda annoverata tra le principali società italiane attive nel campo del welfare aziendale e dal 2023 parte del Gruppo Epassi, che sottolinea come entro il 2030 la Gen Z diventerà la vera protagonista del mercato del lavoro. Aumenterà in altri termini la quota di lavoratrici e lavoratori che cercano non solo un impiego, bensì un’esperienza che dia valore alla persona. Dialogare con questo tipo di istanza, richiederà alle aziende di rovesciare completamente la prospettiva avuta finora: lo sottolinea in particolare il Ceo di Eudaimon, Alberto Perfumo, che prefigura per i benefit la trasformazione da servizi aziendali a segno tangibile di una nuova cultura del lavoro.

Una previsione così certa come quella di Eudaimon, nasce dall’incrocio dei risultati di più ricerche. Ad esempio, un recente report di Checkr, sostiene che ben il 52% dei lavoratori della Gen Z e il 46% dei Millennial sarebbero disposti a rinunciare a parte del proprio stipendio pur di lavorare in un’azienda i cui valori siano coerenti con i propri.

La stessa Eudaimon ha scritto nel suo Ottavo Rapporto curato con il Censis che il 42,5% dei lavoratori, ossia quasi uno su due, vorrebbe poter contare su un consulente esperto in cui avere fiducia per suggerimenti, indicazioni in materia di welfare. Nello specifico, ciò che cerca una buona quota di lavoratori è una figura professionale che non è solo una risposta a un’esigenza concreta, bensì rappresenta anche un’opportunità per rafforzare il rapporto di fiducia tra lavoratori e datori di lavoro, contribuendo a creare un ambiente professionale più sereno e consapevole.

Alberto Perfumo

Di qui non dovrebbe stupire più l’aumento di interesse verso le soluzioni Welfare finora meno utilizzate, come il rimborso dei prestiti universitari, le app di budgeting o le coperture sanitarie flessibili. In merito Perfumo aggiunge: «Il futuro del lavoro passa da qui: da una cultura professionale più umana, promossa da chi ha il coraggio di chiedere di più».

Oltre al contratto di lavoro, insomma, la Gen Z valuta soprattutto «ciò che l’azienda è in grado di offrire al di fuori dell’ufficio: coaching finanziario, settimane lavorative ridotte, programmi per l’equilibrio psico-fisico. Le aziende che sapranno adattarsi a queste esigenze – conclude Perfumo – non solo attireranno i talenti di domani, ma costruiranno una forza lavoro più consapevole, coesa e orientata al futuro, fondata su obiettivi condivisi, rispetto e fiducia».

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