
Stage sottopagato? No, grazie. Presentata la ricerca di YouGov per ING Italia
Secondo ING People Insights Lab, gli stage sono visti come importanti occasioni di crescita dai giovani laureati, ma il compenso basso è una barriera per molti non più sostenibile

Futuro occupazionale, formazione e un adeguato rimborso spese: sono le principali esigenze che muovono i giovani italiani ad accettare una proposta di stage. Lo sostiene ING People Insights Lab, la survey realizzata da ING Italia in collaborazione con YouGov, che ha coinvolto circa 400 giovani tra i 20 e i 30 anni laureati negli ultimi due anni. L’iniziativa della sede italiana della banca di origine olandese ha dato lo spunto a un interessante incontro moderato da Eleonora Voltolina, la giornalista fondatrice della Repubblica degli stagisti, con Fabiana Andreani, Career Mentor & Content Creator, Roberta Cocco, docente di trasformazione digitale alla Liuc e alla Bocconi e Costanza Ramorino, Head of HR di ING Italia.
Tra i dati più rilevanti della survey, è emerso che poco più della metà degli stage è stata retribuita (56%), con un rimborso spese medio che supera di poco i 500 euro. Circa il 41% degli stagisti non ha invece ricevuto alcun compenso. Un dato negativo che la sede italiana della banca di origine olandese ha deciso di combattere innalzando il rimborso previsto per i propri stagisti a 1.500 euro netti al mese. Al compenso è stato aggiunto un pacchetto di welfare aziendale, comprensivo della possibilità di smart working super-flessibile, ticket restaurant da 7 euro per ogni giorno lavorato (anche in smart working) e l’accesso a una selezione di programmi di Wellbeing.

Sul programma complessivo promosso da ING Italia, chiamato “Growing the Difference”, ha detto Costanza Ramorino: «Crediamo fortemente in stage retribuiti, ben strutturati e accessibili, perché rispondono alle aspettative dei giovani laureati in termini di formazione, crescita professionale e prospettive di inserimento». «Alle altre aziende diciamo: copiateci!», ha aggiunto, rimarcando l’importanza di riportare il talento in Italia. «Le risorse del nostro Paese sono le persone ed io sono orgogliosa di essere italiana», ha concluso.
L’ha definita una notizia “disruptive” in positivo la scelta di ING Italia di puntare su un rimborso di queste proporzioni Roberta Cocco, che giudica l’offerta di una remunerazione adeguata a garantire un percorso di crescita «un tema chiave». La docente ha poi esortato il nutrito gruppo di giovani che nella seconda parte della giornata hanno preso parte a un “hackathon”, organizzato proprio per spingerli a mostrare competenze e creatività, con queste parole: «Prima di dire no a uno stage, valorizzate ciò che siete a 360 gradi: dovete essere un challenge per vi lascia andare, siete molto di più di ciò che scrivete sui vostri CV».
Voltolina si sofferma invece sul motto “Unpaid is unfair”, scelto per una campagna Onu, per esortare i giovani (e le giovani) a credere nei propri progetti, oltre ogni ragionevolezza. Simile è l’appello di Andreani, che incoraggia a spezzare l’atteggiamento diffuso, per scarsa educazione finanziaria, che «il lavoro ti accade». Per tutte le relatrici è insomma essenziale chiedere notizie sui compensi dei loro stage ed eventualmente dire no a quelli decisamente irricevibili.
Resta pur vero, come sottolinea sempre Voltolina, che i dati sulla quantità di stage davvero effettuati nel nostro Paese restano incerti. La giornalista ne calcola circa 300 mila di tipo extracurriculare, gli unici che è possibile rimborsare secondo la normativa nazionale, sul totale dei circa 700 mila noti alle statistiche nazionali, fornite peraltro con il contagocce dal ministero del Lavoro.
Non è vietato pagare gli stage curriculari, precisa ancora Voltolina, che si sofferma anche sulla questione degli annunci di lavoro o tirocinio: «Scriveteli bene», ammonisce, puntando sulla trasparenza delle condizioni economiche. Alla fine, prestare attenzione a questi aspetti è, per tutte le relatrici, una questione di cultura, ritenuta importante da una percentuale rilevante del campione (41%). Come a dire che, in caso di contraddizioni e altre carenze, alla fine, anche davanti alla prospettiva di un compenso congruo, dalla più che probabile azienda tossica si scappa via.
Comunque vada a finire, lo stage è in ogni giudicato cruciale dal 60% del campione analizzato nella survey. Per il 42% di chi l’ha effettuato, la retribuzione ammontava tra i 251 e gli 800 euro, con una media nazionale di 565 euro mensili, mentre solo il 9% ha ricevuto più di 800 euro mensili.
Certo, la speranza di essere assunti alla fine del percorso formativo resta il fattore più importante per i giovani intervistati, seguito dall’opportunità di apprendimento e formazione (55%) e l’ammontare del rimborso spese (50%).
La prospettiva di accedere a un rimborso economicamente interessante è poi più diffusa proprio tra i giovani che non hanno ancora mai svolto uno stage. Al contrario, com’era intuibile guardando gli altri dati, i ragazzi che sono già stati stagisti negli ultimi tre anni attribuiscono maggiore importanza alla possibilità di costruire un network di contatti utili.
Per approfondire i risultati della ricerca e conoscere le opportunità di stage attive, è possibile visitare il profilo LinkedIn ufficiale di ING Italia.
NEWS CORRELATE
