Welfare aziendale, Pmi sempre più interessate secondo i Consulenti del lavoro

Secondo il terzo Rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro realizzato in collaborazione con Pluxee, sempre più Pmi considerano gli strumenti di welfare come sostegno al reddito dei proprio dipendenti un vero e proprio core business

Cresce l’attenzione delle piccole e medie imprese italiane per il welfare aziendale, che lo considerano sempre di più una leva strategica per la loro competitività. Lo sostiene la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che ha diffuso nei giorni scorsi i risultati di un’indagine realizzata in collaborazione con Pluxee.

Tra i dati più rilevanti, il rapporto (giunto alla terza edizione e intitolato “Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle Pmi”) parla di più di un 62% di consulenti del lavoro abbiano riscontrato un aumento delle Pmi che tra il 2023 e il 2025 hanno adottato o ampliato strumenti di welfare. La crescita risulta particolarmente marcata nel Nord Est, dove la percentuale raggiunge il 69,2%.

Quasi il 32% degli intervistati, inoltre, considera il welfare come una leva di concorrenzialità sempre più importante nella ricerca e nel trattenimento di talenti. Il 35,6% dei Consulenti attribuisce invece una crescente rilevanza alla previsione del welfare aziendale nella contrattazione collettiva.

La fotografia degli ultimi tre anni contenuta nel rapporto restituisce in altri termini i cambiamenti in atto nel presente dell’imprenditoria, in particolare proprio delle Pmi, protagoniste di una vera e propria evoluzione culturale particolarmente sentita lo scorso anno.

Proprio nel 2024 il welfare aziendale ha infatti assunto sempre di più il ruolo di una sorta di scudo all’erosione del potere di acquisto dei lavoratori, diventando una dimensione rilevante sia a livello
micro che macro aziendale.

Essenziale è diventato per le Pmi offrire strumenti di sostegno al reddito, diventati insomma direttamente core business degli interventi delle Pmi in materia aziendale. Esempi concreti in questo sento sono i buoni pasto e i voucher multicategoriali, che rispondono in modo più efficace alle esigenze dimensionali e gestionali delle Pmi.

Rispetto alle rilevazioni condotte negli anni passati, il report di Fondazione Consulenti del Lavoro riscontra una maggiore attenzione delle imprese sugli strumenti finalizzati a promuovere la salute del lavoratore (il 39,9% prevede una crescita di interventi in materia di salute e assistenza) e soprattutto la conciliazione vita-lavoro, destinata a crescere (il 42,6% degli intervistati la indica al secondo posto come principale dimensione di crescita del welfare per i prossimi tre anni).

Non va, infine, dimenticato il ruolo che la digitalizzazione del welfare può giocare per la piccola e media impresa. L’uso di piattaforme potrebbe infatti consentire una semplificazione della gestione e l’accesso a una maggiore varietà di strumenti. Su questo aspetto l’indagine mette in luce le grandi
potenzialità derivanti dall’uso delle piattaforme, giudicate molto o abbastanza importati per la diffusione dei servizi welfare da quasi l’82% del campione intervistato.

Allo stesso tempo, i rispondenti ne hanno sottolineato i limiti sotto il profilo dell’offerta, giudicata nella media del 61,2%, bassa o molto bassa per il 12,9%.

SEGUI LA DIRETTA DI: