Prima il benessere, poi il denaro: la top ten dei valori degli italiani secondo Censis-Eudaimon

In cima alla classifica dei dieci valori più importanti per gli italiani si colloca la salute, fisica e mentale. Scendono alle ultime posizioni la percezione del futuro e il divertimento, un segno del cambiamento radicale in atto nelle nuove generazioni, che puntano a star bene qui e ora

Più benessere che denaro. Già da tempo si osserva nelle nuove generazioni un certo rovesciamento nelle priorità per la propria vita. Lo conferma anche l’Ottavo Rapporto Eudaimon-Censis, che contiene al suo interno una vera e propria top-ten dei valori più importanti per gli italiani.

Al primo posto della classifica, ci sarebbe la salute, fisica e mentale, un valore ritenuto centrale dal 63% dei dipendenti intervistati.

Al secondo posto si piazza invece il benessere lavorativo inteso come tranquillità: sceglie questo valore il 42% del campione, che ritiene che un ambiente collaborativo e privo di stress favorisca una maggiore concentrazione e una gestione più serena delle sfide quotidiane, professionali e non.

Il terzo posto è occupato dal 34% delle persone, che hanno scelto l’equilibrio come emblema di benessere individuale. Quest’ultimo, visto come la capacità di bilanciare in modo armonioso gli aspetti della vita privata e lavorativa, è considerato cruciale per evitare il sovraccarico emotivo.

Il 30% delle persone coinvolte nell’indagine associa poi il benessere al tempo dedicato a prendersi cura di sé, ovvero il quarto posto va alla capacità di ritagliarsi tempo all’interno della routine per dedicarsi alla cura del proprio corpo e della propria mente.

La famiglia conquista invece il quinto posto, scelta dal 26,5% delle persone oggetto dell’indagine, intesa come una fonte fondamentale di supporto emotivo e stabilità. Il legame familiare è insomma visto come essenziale per creare un ambiente di sicurezza e affetto, che contribuisce al benessere individuale e alla serenità generale.

Scivola al sesto posto la sicurezza sul lavoro, indicata come prioritaria solo dal 20% dei dipendenti. Un segnale chiaro di quanto sia fondamentale per le aziende garantire un ambiente lavorativo stabile e protetto, che contribuisce all’equilibrio psicofisico e alla tranquillità individuale.

Si aggiudica l’11% delle persone intervistate il benessere inteso come consapevolezza di sé o mindfulness. Si tratta di una pratica che non solo favorisce una maggiore sicurezza nelle proprie scelte quotidiane, ma aiuta anche a gestire meglio le sfide lavorative.

La vera sorpresa è però il dato del solo il 9% di persone che hanno associato al benessere anche la ricchezza. Un risultato che dimostrerebbe – secondo il Rapporto Eudaimon – Censis – come la qualità della vita non sia più legata solo al reddito, bensì anche ad altri fattori come la cura della sfera personale e relazionale.

Ancora più basso, pari ad appena l’8%, è il numero delle persone intervistate, che lega il benessere alla percezione del futuro, anche se è importante ricordare come avere una visione chiara e positiva del domani conferisca sicurezza, motivi ad affrontare le sfide quotidiane e permetta di orientarsi verso opportunità.

Arriviamo infine al divertimento, prediletto solo dal 4,5% degli intervistati, il che mette in luce come questo tipo di valore sia meno essenziale di altri più legati alla quotidianità per il raggiungimento di benessere vero.

Alberto Perfumo

In merito alla top ten dei valori ha espresso il suo punto di vista Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon, in questo modo: «Stiamo assistendo a un cambio di rotta profondo e irreversibile: il lavoro non è più visto solo una fonte di reddito ma un fattore che concorre in maniera determinante al raggiungimento di un certo benessere olistico. Cresce il bisogno di un equilibrio tra vita privata e vita professionale, di tempo per sé stessi, soprattutto tra i giovani della Generazione Z».

Secondo Perfumo, non si tratterebbe di una moda passeggera, bensì di una trasformazione culturale radicale, in cui a guidare le scelte delle persone nella carriera ci sarebbe direttamente il benessere. Secondo il Ceo di Eudaimon, quindi, «le aziende devono adattarsi alle nuove esigenze dei lavoratori e ripensare il concetto stesso di welfare», ossia «non offrire più pacchetti standardizzati, ma percorsi personalizzati, in grado di rispondere alle diverse necessità. Perché oggi, più che mai, il vero valore del lavoro non si misura solo in busta paga, ma dalla qualità della vita che è in grado di garantire».

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