Servitizzazione e risorse umane, un legame che favorisce il cambiamento

Il Centro Formazione Management del Terziario ha curato una ricerca che individua nella servitizzazione il modello che favorisce il cambiamento nelle aziende, grazie al fondamentale contributo delle persone che lavorano nel settore HR

Il legame tra la servitizzazione e il settore delle risorse umane risulta fondamentale secondo una ricerca condotta da CFMT, il Centro Formazione Management del Terziario che coinvolge oltre 35.000 dirigenti operanti in 10 mila imprese del settore. Che cosa si intende con questa parola? Il vocabolo inglese “servitization” individua il processo per cui le aziende passano dalla semplice vendita di prodotti all’integrazione di servizi come manutenzione e consulenza, migliorando la competitività e la fidelizzazione dei clienti e creando esperienze più complete.

La copertina della ricerca di CFMT sulla servitizzazione

Significative le differenze da regione a regione: secondo la ricerca, al primo posto grado di servitizzazione ci sarebbe la Lombardia, all’ultimo posto il Molise. In ogni caso, non esisterebbe una percentuale fissa di servitizzazione per tutti i settori; per esempio, nel manifatturiero la si stima tra il 15-30%, mentre nel tecnologico può arrivare al 30-60%. Altri settori, come il retail e il turismo, mostrerebbero invece percentuali più basse.

Un altro aspetto rilevante sottolineato dalla ricerca di CFMT è l’importanza di investire in formazione e sviluppo delle competenze per gestire la transizione verso modelli di business più orientati ai servizi. Le aziende dovrebbero insomma dotarsi di infrastrutture e programmi formativi che facilitino lo scambio di competenze: questo implica un ruolo cruciale per le risorse umane nella pianificazione e attuazione di strategie di formazione continua.

La servitizzazione richiederebbe inoltre un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni, che dovrebbero spostare l’attenzione dal prodotto al servizio, ponendo il cliente al centro.

Secondo l’indagine targata CFMT, le risorse umane dovrebbero in altri termini promuovere una cultura aziendale che incoraggi la collaborazione tra differenti reparti, come produzione, marketing e supporto clienti, per sviluppare soluzioni innovative, facendosi carico della transizione verso un modello servitizzato che implica anche la gestione della resistenza al cambiamento.

Le persone che lavorano nell’ambito HR vanno insomma preparate a gestire il cambiamento richiesto da un modello del genere, supportando anche gli altri dipendenti nell’adattamento alle nuove dinamiche di lavoro.

Secondo CFMT, viviamo in un momento storico in cui è diventata evidente la necessità di integrare team multidisciplinari, assicurando che ci siano le giuste competenze e che la comunicazione tra i vari settori sia efficace.

La servitizzazione comporterebbe quindi l’esigenza di misurare l’impatto delle nuove strategie sul business, e in questo senso le HR possono sviluppare metriche e sistemi di valutazione per monitorare il grado di innovazione, la customer experience e il miglioramento continuo, contribuendo quindi al successo dell’iniziativa.

In sintesi, il settore delle risorse umane gioca un ruolo cruciale nella transizione verso la servitizzazione, svolgendo diverse attività strategiche atte a favorire lo sviluppo di un ecosistema aziendale più competitivo.

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