HR e startup thinking, un connubio possibile: il libro di Antonio Procopio
Nel suo libro pubblicato per Oltre La Media Group, il contributor Antonio Procopio illustra tra gli altri temi possibili punti di contatto tra la mentalità innovativa degli startupper e il mondo delle "persone che lavorano"
di Antonio Procopio*

Quando ho iniziato a raccogliere le testimonianze per Startup Makers. 33 storie di visionari che costruiscono il futuro (collana “Oltre il business”, edito da Oltre La Media Group), sapevo che stavo scrivendo anche un libro sull’essere umano nel lavoro.
Certo, il focus è su founder, startup, innovazione… ma dietro ogni pitch, ogni pivot, ogni business model rivoluzionario, ci sono persone. Con dubbi, entusiasmo, fatica, visione, errori (tanti!) e intuizioni.
Ho parlato con oltre 100 founder nel programma StartupOpenBar, e ne ho scelti 33 che stanno costruendo un pezzo di futuro o che possono condividere con la loro storia un valore profondo. Alcuni guidano team distribuiti in diversi fusi orari, altri si sono lanciati in settori che prima non esistevano. Tutti, in modi diversi, gestiscono persone in contesti di altissima incertezza, e questo li rende – consapevolmente o meno – dei laboratori viventi per chi si occupa di HR.
Una frase che ho sentito spesso durante le interviste è: «Il team è tutto».
Non è solo un modo di dire. In un contesto in cui le competenze richieste cambiano alla velocità di un aggiornamento software, saper scegliere e coltivare le persone giuste diventa più importante di qualsiasi tecnologia.
C’è un passaggio del mio libro che mi è rimasto particolarmente impresso: un founder racconta di aver sbagliato completamente la prima versione della propria piattaforma. Era deluso, frustrato. Ma quando ha metaforicamente “alzato lo sguardo”, ha visto il team ancora lì, pronto a ricominciare.
Quella, mi ha detto, è stata la vera validazione del progetto.
Un altro insegnamento potente arriva dal modo in cui molti di questi leader vivono il proprio ruolo: non come guida carismatica in cima a una piramide, ma come “abilitatore” di relazioni e soluzioni.
In ambienti liquidi e distribuiti, dominati dall’incertezza, la leadership verticale semplicemente… non funziona.
Serve una leadership che crea spazi, facilita connessioni, protegge dalle interferenze esterne e si mette, quando serve, anche da parte.
E qui, il parallelismo con le nuove sfide dell’HR è evidente: i modelli organizzativi tradizionali sono sempre meno adatti a trattenere i talenti migliori. Le persone cercano senso, fiducia, autonomia. E i leader devono saperli offrire.
In quasi tutte le interviste, emerge una verità scomoda ma liberatoria: chi innova, sbaglia. E spesso sbaglia molto. Parlo spesso di micro-fallimenti.
In Startup Makers ci sono racconti di pitch andati malissimo, clienti persi, errori di prodotto, soci sbagliati. Ma nessuno di questi founder si è fermato all’errore. Anzi, è proprio lì che sono nati i veri salti di crescita.
Per chi lavora nelle risorse umane, è un messaggio potente: serve una cultura che non punisca l’errore, ma che lo osservi, lo analizzi e lo trasformi in apprendimento.
Non per moda, ma per sopravvivenza. In un mondo che cambia così velocemente, chi non sperimenta… resta indietro.
Uno degli aspetti più umani del libro è scoprire da dove nasce davvero la spinta di chi fonda una startup. Spesso non è solo una grande idea o un’analisi di mercato impeccabile.
È qualcosa di più personale: una frustrazione vissuta, un’esperienza trasformativa, una passione vera. E questo, per chi fa HR, è un invito a tornare a guardare le persone come esseri complessi, non solo portatori di CV.
Dietro ogni dipendente c’è un potenziale founder, un maker, un innovatore silenzioso. Basta metterlo nelle condizioni giuste.
Forse non tutti siamo nati per fondare una startup, ma tutti – nel nostro piccolo – possiamo portare un po’ di startup thinking nel nostro lavoro quotidiano. Come?
Ad esempio:
- dando fiducia
- valorizzando le persone
- accettando l’errore
- favorendo la collaborazione
- restando aperti al cambiamento
Sì, anche da una scrivania in open space o da uno schermo in smart working. E sì, anche i team HR, ogni tanto, possono fare pivot.

*Chi sono
CEO di MYMY.IT e di Digital-Hub, oltre che CTO di Intarget Group, sono esperto di Innovazione, Digital Advisory & Digital Marketing. Tra le altre esperienze, per Oltre La Media Tv conduco il programma televisivo StartupOpenBar e il webcast StartupShots. Autore del libro “Startup Makers” edito da OltreLaMedia Group. Faccio parte del Comitato direttivo del Business Angels Club. Sono mentor ed esperto di business con un solido background tecnologico. Infine, partecipo direttamente ed indirettamente in oltre 40 start-up e scale-up, con due exit di rilievo.
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