“In birra veritas”: a lezione di autenticità con Giampaolo Rossi

Il 20 ottobre, a partire dalle 18:30, arriva nel teatro di Fabbrica di Lampadine la lezione-spettacolo del founder dell'hub di formazione manageriale, dedicata al bisogno emergente nella nostra società di stabilire relazioni vere e sincere con gli altri, nella vita e nel lavoro. La nostra intervista.

Giampaolo Rossi

Restare sempre uguali a se stessi è un segno di autenticità? Niente di più lontano dal vero. Dentro di noi siamo consapevoli che cambiamo sempre, ma quante volte, davanti a qualcuno che ci ha messo in discussione, ci siamo ritrovati a dire: “Io sono fatto così”? Quando succede al lavoro, rischiamo anche di giocarci la possibilità di stabilire buone relazioni con gli altri. Per essere davvero autentici e insieme coltivare rapporti armonici con i colleghi, è invece indispensabile accettare il cambiamento, mantenendo salda la nostra essenza. Da considerazioni del genere prende spunto “In birra veritas”, l’Oktoberfest formativo organizzato in Fabbrica di Lampadine il prossimo 20 ottobre, a partire dalle 18:30. Protagonista della serata, il founder della community di formazione manageriale Giampaolo Rossi, che ci ha raccontato qualcosa in più della sua lezione – spettacolo.

Perché parlare di autenticità?
«Il tema è diventato sempre più centrale non solo nel mondo delle risorse umane: ci siamo abituati ormai alla mediazione continua attraverso i social e le videocall, ma soprattutto durante la pandemia abbiamo avuto il tempo di pensare e di rimettere in ordine le nostre priorità. In particolare, abbiamo cominciato a pensare all’importanza di avere relazioni sempre più dirette e sincere. Autentiche, proprio».

Quali effetti produce questo nostro bisogno di autenticità nell’ambito lavorativo?
«L’autenticità non può essere vissuta nello stesso modo in cui la viviamo nel nostro privato».

Perché?
«Particolarmente al lavoro non basta dire “Io sono fatto così” per essere davvero autentico: anche se resta importante restare fedeli a noi stessi, ai nostri valori e alla nostra identità, occorre essere funzionale all’interno dell’organizzazione. Dobbiamo insomma operare una mediazione tra quello che siamo noi e quello che dobbiamo fare per essere efficace nel contesto e nella situazione specifica e/o con le persone con cui entriamo in relazione».

Come si svolgerà la serata del 20 ottobre?
«Visto il periodo dell’anno, l’abbiamo chiamata “In birra veritas”: si comincia alle 18:30 con un aperitivo a base di birra e prodotti tipici di una sagra di paese (senza dimenticare i vegetariani). Poi alle 19:30 ci spostiamo in teatro dove terrò una lezione su come essere autentici e quali sono i punti di attenzione per avere relazioni efficaci nell’ambiente lavorativo».

Com’è cambiata la tua idea di autenticità nel tempo?
«Per me, è stata una conquista. Mi sono infatti formato negli anni Ottanta-Novanta, una fase storica estremamente conformista, in cui, ad esempio, a me che ero un consulente era richiesto un certo abbigliamento, giacca, camicia cravatta e un certo modo di parlare. Oggi invece siamo nell’epoca dell’unicità, che cerco di rappresentare nella maniera più sincera possibile».

Prima accennavi al ruolo che ha giocato la pandemia nel rinnovato bisogno di autenticità. Non pensi però che i social abbiano accelerato anche la nostra tendenza a nasconderci dietro le nostre maschere virtuali?
«In verità siamo da sempre abituati a rappresentarci: già nel momento in cui io scelgo la mattina come vestirmi metto una sovrastruttura. Semmai la pandemia ci ha permesso di mostrare anche la cucina, di farci vedere in abiti più informali: addirittura c’è chi era in camicia sopra e in pigiama sotto. Insomma, alla fine nell’ambiente domestico eravamo ancora più autentici e più veri e molta di quella libertà oggi ce la siamo portata dietro anche adesso che siamo tornati in presenza, nei nostri ambienti di lavoro».

E’ permesso spoilerare un po’ il programma della tua lezione? Ci saranno spot pubblicitari, il tuo (autentico) marchio di fabbrica?
«Sì, e anche esempi presi dai social. Su tutti le scuse di Chiara Ferragni, che, pur essendo sincere, sono apparse poco autentiche e quindi per lei molto penalizzanti. Ma preferisco non dire di più…».

Per maggiori informazioni e per iscriversi all’evento, cliccare qui.

SEGUI LA DIRETTA DI: