Cosa farò da grande? Cara scuola, aiutami tu. La ricerca di BuddyJob e ScuolaZoo
Chiamata "Osservatorio sull'orientamento", l'indagine ha coinvolto oltre 1.600 studenti e studentesse per indagare sogni, paure e aspettative delle nuove generazioni. Sei giovani su 10 vivono il futuro con ansia, la metà non sa come affrontare il mondo del lavoro e denuncia un orientamento scolastico inadeguato.
Ai giovani italiani si è “ristretto” il futuro. Il fenomeno è comparso in maniera evidente con la pandemia da Covid 19, ma l’onda lunga di paura per ciò che sarà si ripercuote ancora oggi sulla visione che i ragazzi hanno dell’orientamento scolastico. Lo sostiene in particolare un’indagine condotta da BuddyJob e ScuolaZoo, che ha coinvolto 1.600 studenti, in buona parte maturandi del precedente anno scolastico. Secondo la survey quasi 1 giovane su 5, non sa ancora cosa farà dopo la scuola e circa il 54% degli intervistati si sente poco o per nulla pronto ad affrontare il mondo del lavoro. Un’esigua percentuale, pari al 7% del campione, si si infine davvero pronta ad affrontare il mondo del lavoro.

Nonostante le esperienze di orientamento che hanno riguardato la quasi totalità degli intervistati, la maggioranza di loro le giudica scadenti sotto il profilo della qualità. Addirittura è solo il 3% di loro a definirlo “ottimo”, contro il 35% che lo definisce appena “sufficiente” e il 26% che lo giudica pessimo.
Come poter migliorare la qualità dell’offerta scolastica su questo fronte, quindi? Secondo gli studenti che hanno partecipato alla survey, la scuola dovrebbe organizzare incontri con professionisti di diversi settori, oltre a prevedere attività pratiche per sviluppare competenze utili e momenti individuali per esplorare interessi, talenti personali, percorso e opportunità correlate.
Secondo i curatori dell’indagine, l’orientamento tradizionale non funziona più: piuttosto che suggerire un percorso anziché un altro, dovrebbe invece porsi come obiettivo di supportare gli studenti nel porsi le giuste domande che li aiutino davvero nella transizione dalla scuola al mondo del lavoro.
Una volta diplomati, le difficoltà, del resto, non mancano. La survey parla infatti di un 49% di giovani che dichiara di non avere abbastanza informazioni, mentre un altro 41% pensa di non possedere le competenze necessarie, sia tecniche che relazionali. Anche la fiducia in sé stessi rappresenta un ostacolo importante: il 40% confessa di avere poca autostima e il 28% non sa nemmeno come iniziare a cercare lavoro.
Il sentimento prevalente di chi si mette in cerca di lavoro è l’ansia, dichiarata, scrivono BuddyJob e ScuolaZoo, da 6 ragazzi su 10. Il secondo sentimento che li percorre è la confusione, mentre la speranza si guadagna comunque il podio, finendo però al terzo posto, grazie a un 41% di intervistati che dicono di nutrirla.
Resta, per fortuna, maggioritaria la quota di neodiplomati che vuole continuare a studiare, pari a 6 su 10 degli intervistati, mentre circa 2 su 10 affiancheranno allo studio un lavoro, contro una minoranza (pari all’8%) che dichiara di voler entrare subito nel mondo del lavoro.
Significative sono infine anche le risposte sulle motivazioni che spingono i ragazzi a decidere che cosa fare dopo il diploma. Per il 59% degli intervistati la passione è il fattore decisivo che li guida, ma 4 su 10 ammette di essere guidato nelle scelte da motivi economici e/o dalla necessità di avere uno stipendio.
Su quali obiettivi debba avere l’orientamento post-diploma, la founder di BuddyJob, Betty Pagnin ha detto: «Le nuove generazioni ci stanno dicendo che serve qualcosa di diverso», ossia, «non vogliono solo sapere cosa fare, ma imparare a scegliere, a gestire l’incertezza, a trasformare paure e sogni in decisioni consapevoli».

Secondo BuddyJob e ScuolaZoo la riforma appena introdotta dei PCTO, che da quest’anno scolastico cono diventati ufficialmente FSL, sigla che sta per “Formazione Scuola-Lavoro”, darebbe una grande chance per venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni, purché sia accompagnata da un lavoro sinergico tra scuole, aziende e istituzioni.
In proposito sottolinea infatti Gabriele Maria Sada, CEO di ScuolaZoo: «L’orientamento non può essere un momento sporadico, ma un processo continuo che aiuti i giovani a scoprire chi sono e cosa vogliono diventare». A tale scopo, aggiunge e conclude, «la scuola ha il compito di dare basi culturali, ma anche di aprire prospettive concrete e di offrire strumenti per scelte consapevoli. La sfida è costruire un ponte solido tra il banco di scuola e il banco da lavoro, trasformando la paura in fiducia».
