Se vuoi star bene al lavoro connettiti con il tuo “Perché”
Nel suo nuovo articolo, il contributor Antonio D'Este spiega perché prestare ascolto profondo alle motivazioni che ci spingono in una direzione anziché in un'altra ci permettono di tener fede ai nostri progetti anche quando tutto sembrerebbe remare in direzione contraria
di Antonio D’Este*

Viviamo in tempi accelerati, pieni di stimoli, richieste e cambiamenti continui. In questo vortice, rischiamo di perderci, di inseguire obiettivi che non ci appartengono davvero, lasciando che la fatica e l’automatismo spengano la scintilla del nostro entusiasmo.
Eppure, dentro ognuno di noi esiste una forza silenziosa ma potente: il nostro “Perché”. La nostra vera motivazione, la ragione profonda per cui facciamo ciò che facciamo, che ci tiene vivi e ci fa sentire in cammino, nonostante tutto.
Simon Sinek, autore e pensatore ispirato, ci ha ricordato con forza quanto sia importante partire da lì, dal nostro centro: «Le persone non comprano quello che fai, comprano perché lo fai».
Il “Perché” è l’anima di ogni progetto, di ogni relazione autentica, di ogni azione che voglia lasciare traccia. Non è un concetto da manuale, ma un’esperienza concreta, che si manifesta quando ciò che sentiamo, pensiamo e facciamo vanno nella stessa direzione.
Comprendere il nostro scopo, a livello profondo, significa smettere di vivere con il pilota automatico e iniziare a scegliere. Ogni passo può diventare allora un atto di coerenza, ogni decisione un allineamento. Il “Perché” agisce come una bussola interiore: ci orienta anche nei momenti più bui, ci fa sentire radicati mentre attraversiamo il cambiamento, ci restituisce chiarezza quando tutto intorno sembra confuso.
Quando siamo in contatto con il nostro scopo, non è la motivazione esterna a muoverci, ma qualcosa di più profondo e duraturo. Non inseguiamo più il successo come una meta lontana, ma lo viviamo come un riflesso naturale del nostro essere. Le nostre scelte diventano più fluide, le nostre energie più direzionate. Non è una magia, ma il risultato di una connessione autentica con ciò che conta davvero per noi.
Il “Perché” è ciò che ci rende unici e allo stesso tempo capaci di entrare in risonanza con gli altri. Quando lo riconosciamo, anche il modo in cui comunichiamo cambia: diventa più caldo, più vero, più efficace. Le persone sentono quando parliamo da lì, perché si emozionano con noi. E in quel momento avviene qualcosa di prezioso: iniziamo a ispirare, senza sforzo, semplicemente essendo chi siamo.
Da counselor sistemico, so quanto sia prezioso esplorare questo “Perché” anche attraverso strumenti che ci permettano di osservarlo da una prospettiva più ampia. Le Rappresentazioni Sistemiche, in particolare, ci invitano a fare esperienza di questo scopo non solo a livello mentale, ma anche e soprattutto corporeo ed emozionale. È un’esperienza trasformativa: ci mettiamo in ascolto profondo, lasciando emergere le dinamiche invisibili che spesso influenzano il nostro agire, e scopriamo ciò che davvero ci spinge, ciò che ci emoziona, ciò che dà senso.
Attraverso esercizi esperienziali mirati, possiamo non solo “capire” il nostro “Perché”, ma abitarlo. Diventare una cosa sola con esso. Lasciarci guidare da ciò che ci anima, trasforma il nostro approccio professionale dall’interno. Non si tratta solo di fare meglio quello che già facciamo, ma di farlo in modo nuovo, più consapevole, più radicato. Il “fare” si fonde con l’“essere”.
E allora tutto cambia. Cambia il modo in cui ci proponiamo, in cui guidiamo gli altri, in cui prendiamo decisioni. Cambia la qualità della nostra presenza. Siamo più autentici, più autorevoli, più ispiranti. Ed è proprio da questa autenticità ritrovata che può emergere un nuovo archetipo di professionista, manager o imprenditore: non più solo orientato al risultato, ma portatore di senso.
Capace di visione, ma anche di ascolto. Radicato, ma non rigido. Capace di ispirare perché profondamente ispirato.
Trovare il proprio “Perché” è un atto di coraggio e di verità. È un viaggio interiore che ci trasforma. E quando finalmente lo riconosciamo, ci accorgiamo che era sempre stato lì, in attesa che lo vedessimo.

*Chi sono (da LinkedIn)
Facilito il cambiamento individuale e organizzativo attraverso percorsi di trasformazione e consapevolezza. Applico la visione sistemica alla consulenza aziendale e alla formazione professionale, considerando l’individuo, l’azienda e la professione come ecosistemi interconnessi. Il mio obiettivo è generare soluzioni che ispirano una profonda trasformazione, trascendendo la semplice risoluzione dei problemi per creare vera crescita. Mi considero un esploratore di connessioni invisibili, un catalizzatore di cambiamento autentico.
