I medici amano l’IA: lo dice l’Osservatorio Life Science Innovation di PoliMi

Secondo la nuova edizione della ricerca presentata ieri alla Bovisa, sono in forte aumento interesse e competenze hi-tech del settore sanitario. Non mancano però i problemi, come una certa carenza di risorse da investire in nuove tecnologie e l'eccesso di burocrazia.

La tecnologia sta rivoluzionando completamente il mondo della salute, a partire dall’approccio alla cura dello stesso personale sanitario. Lo dimostra l’ultima edizione dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, presentato il 9 luglio scorso al Campus Bovisa2.

La ricerca sottolinea l’incremento sempre più marcato di terapie digitali, applicazioni clinicamente validate che supportano pazienti e medici in modo personalizzato e interattivo. Ma non è tutto: nei percorsi di cura stanno entrando ad una velocità sorprendente sensori intelligenti, app sanitarie e intelligenza artificiale. Ad investire in IA sarebbe già il 90% delle aziende del settore, mentre più della metà punta anche su app mediche e sistemi per raccogliere dati reali dai pazienti.

L’Osservatorio mentre in luce però anche alcuni ostacoli. In particolare, le aziende lamenterebbero la carenza di regole chiare e la difficoltà di integrare queste tecnologie nei sistemi sanitari. Solo una su tre, inoltre, ha un budget centralizzato per la digitalizzazione, e meno della metà si sente pronta a implementare davvero queste soluzioni.

Guardando alle competenze hi-tech del settore, quasi l’80% delle aziende, sostiene la ricerca, ha cominciato a formare il personale sull’IA, mentre il 60% degli specialisti sanitari conosce le differenze tra le terapie digitali vere e semplici app. Un passo che l’Osservatorio giudica cruciale verso una medicina più consapevole e mirata.

A livello globale, le terapie digitali stanno prendendo piede soprattutto nella salute mentale, nell’endocrinologia e nella neurologia. Alcune si affiancano ai farmaci, altre includono funzioni di monitoraggio, ma solo una minoranza consente davvero la comunicazione diretta tra medico e paziente.

Lo sguardo dell’Osservatorio si apre infine anche al futuro, soffermandosi sulla realtà aumentata, la robotica chirurgica e i modelli digitali che simulano il funzionamento dell’organismo. Tecnologie che oggi sembrano fantascienza, ma che domani potrebbero guidare diagnosi e trattamenti personalizzati.

Resta aperto il tema della sostenibilità economica: molte terapie digitali sono pensate per un modello business-to-business, rimborsate dalle assicurazioni. Tuttavia, metà dei pazienti non è disposta a pagare di tasca propria, e il 90% delle aziende evidenzia come la mancanza di rimborsabilità sia il nodo più critico da sciogliere.

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