Eudaimon e welfare aziendale, il futuro è “data-driven” dal volto umano

Citando i risultati del Great Employee Benefits Study, Elisa Terraneo, marketing manager di Eudaimon, il gruppo europeo specializzato in soluzioni digitali di employee benefit, spiega perché il welfare aziendale basato sull'intelligenza artificiale è destinato a diventare sempre più centrale nelle strategie HR delle imprese italiane, a patto di tenere salda la relazione personale con i propri collaboratori.

Il welfare aziendale sarà sempre più data driven, ma non potrà prescindere dalla fiducia, da costruire attraverso tecnologia, ascolto, formazione e una comunicazione capace di trasformare l’innovazione in valore umano. A sostenere questo tipo di visione è stata Elisa Terraneo, marketing manager di Eudaimon, il gruppo europeo specializzato in soluzioni digitali di employee benefit, che ha citato il Report GEBS 2025 (Great Employee Benefits Study) che sottolinea la crescita dell’AI nelle strategie HR da parte della maggioranza delle aziende del Vecchio Continente.

Elisa Terraneo

Tra gli altri dati, GEBS parla infatti del 71% dei manager italiani e del 70 dei britannici che vedono nell’AI una leva strategica per raggiungere i propri obiettivi. Più nel dettaglio, secondo il report circa 3 datori di lavoro su 5 ritengono che l’AI possa ridurre il tempo dedicato all’amministrazione del welfare, mentre il 55% sostiene che favorisca una migliore elaborazione dei piani aziendali.

Guardando ancora più nello specifico al welfare aziendale, Eudaimon ed Epassi si dichiarano pronte per la transizione strategica del welfare aziendale italiano. Sostiene in particolare Terraneo la necessità di puntare su «un modello on demand in cui le persone possano trovare con facilità ciò di cui hanno bisogno, attraverso un’esperienza fluida e su misura, capace di adattarsi alle preferenze individuali. L’obiettivo non è solo semplificare, ma trasformare la tecnologia in un alleato che migliori l’esperienza e la relazione tra azienda e persone».

Redatto con Pole Star Advisory e l’Aalto University School of Business, iI GEBS 2025, offre in generale una panoramica su come manager e dipendenti dei diversi Paesi europei percepiscano l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione del welfare, evidenziando livelli differenti di familiarità.

Alberto Perfumo

Nel merito ha detto Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon: «Le aspettative verso l’AI cambiano in base alla natura del welfare aziendale e al livello di maturità. Nei Paesi nordici, dove il welfare pubblico è ampio e la componente aziendale ha un carattere integrativo, l’adozione dell’AI viene considerata di minore impatto. In Italia, invece, sia nelle imprese che nelle persone c’è la consapevolezza che il ruolo del welfare aziendale può essere decisivo rispetto alla qualità della vita delle persone. L’AI può quindi avere un impatto molto positivo e supportare il raggiungimento del benessere olistico che sta a cuore a tutti (come ha ribadito l’VIII Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale). Sia il gruppo Epassi, di cui facciamo parte, sia Eudaimon credono che il welfare del futuro, olistico e diffuso, sarà supportato da una piattaforma integrata e potenziata dall’AI, capace di abbracciare diversi momenti dell’employee lifecycle e di mettere al centro il benessere delle persone e delle organizzazioni. La personalizzazione, insomma, sarà la chiave per un welfare davvero evoluto e inclusivo».

SEGUI LA DIRETTA DI: