Lavoro e retribuzione 2025: il futuro secondo il Report Coverflex
Il Report sulla Retribuzione 2025 di Coverflex, giunto quest'anno alla sua terza edizione, racconta un’Italia che chiede un nuovo patto tra persone e aziende. La retribuzione economica non basta più: servono invece welfare personalizzato, ascolto e un’Intelligenza Artificiale guidata da valori umani.
C’è un filo rosso che attraversa il Report sulla Retribuzione 2025 di Coverflex, realizzato per la sua terza edizione rielaborando le risposte fornite da un campione di mille dipendenti italiani: la crescente distanza tra ciò che i lavoratori si aspettano e ciò che le aziende riescono a offrire. Il 78% dei dipendenti italiani giudica inadeguato il proprio pacchetto retributivo, un dato in aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Eppure, dietro questi numeri non c’è solo la questione dello stipendio. C’è la richiesta di un sistema di lavoro più equo, partecipato e, soprattutto, umano.

Secondo Coverflex, il welfare aziendale sarebbe quindi non un semplice “extra”, bensì una leva strategica capace di generare fiducia e trattenere talenti. Il 91% dei lavoratori preferirebbe ricevere premi o aumenti sotto forma di servizi welfare, riconoscendo in essi una forma concreta di sostegno al reddito in un contesto di stipendi fermi e inflazione crescente. Ma attenzione: la chiave è la personalizzazione. Per il 37% dei dipendenti i benefit sono ancora decisi dall’alto, senza consultazione. Il risultato è un’offerta “standard” che non risponde ai bisogni reali delle persone. La trasformazione parte invece dal coinvolgimento: ascoltare, adattare, offrire strumenti che migliorino davvero la qualità della vita.
Emblematico il caso dei buoni pasto, ormai divenuti un sostegno al bilancio familiare più che un semplice bonus per la pausa pranzo. L’83% dei lavoratori li utilizza infatti al supermercato. Un segnale chiaro: oggi i benefit contano se incidono concretamente sul quotidiano.
Un altro grande tema che emerge dal report è l’intelligenza artificiale. Solo un terzo delle aziende italiane ha introdotto strumenti di IA e appena il 15% lo ha fatto in modo strutturato. Eppure, i lavoratori non la temono: prevale la curiosità (25%) sulla paura. Le aspettative sono pragmatiche: il 29% vorrebbe che l’IA accelerasse le attività operative e il 26% che aiutasse a organizzare meglio il lavoro. Anche nel welfare, i vantaggi attesi riguardano la praticità — assistenza automatica 24/7 e suggerimenti personalizzati sull’uso dei benefit.
Ma, come sottolinea Coverflex, la vera sfida non è tecnologica ma culturale. Senza formazione, chiarezza e dialogo, l’innovazione rischia di generare ansia e disorientamento. È il fattore umano a fare la differenza: la capacità dei leader di integrare la tecnologia senza snaturare la relazione con le persone.
Il report fotografa anche un problema più profondo: la stagnazione salariale. Il 60% dei pacchetti retributivi non è cambiato negli ultimi due anni, e solo il 34% dei lavoratori si dichiara soddisfatto del proprio stipendio. In un contesto in cui la retribuzione resta la priorità per l’87% degli intervistati, è evidente che il denaro continua a essere il motore principale della motivazione. Ma non l’unico: stabilità, equilibrio vita-lavoro e senso di appartenenza contano quasi quanto lo stipendio.

Andrea Guffanti, General Manager di Coverflex, sintetizza così il risultati del Report: «In un mercato in cui la retribuzione di base è in stallo, la vera competizione si gioca sulla capacità delle aziende di offrire valore percepito, attraverso flessibilità e benessere. Il welfare non è più un costo, ma un investimento strategico che migliora fiducia e produttività. Allo stesso modo, l’IA deve essere guidata da una cultura aziendale che metta al centro l’ascolto e la valorizzazione delle persone».
Dai dati di Coverflex emerge un messaggio chiaro: il futuro del lavoro non passa solo dai numeri, ma dal modo in cui le aziende sapranno trasformarli in scelte concrete. La tecnologia e il welfare sono strumenti potenti, ma la loro efficacia dipende da una leadership capace di comprendere e coinvolgere. È in questo equilibrio tra innovazione e attenzione alle persone che si gioca davvero il lavoro del domani.
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