Gli italiani, gli stipendi e il gender pay gap: i dati dell’Osservatorio WTW
Coinvolte nell'indagine curata dalla società specializzata nella consulenza per il benessere e la crescita delle persone e la gestione dei rischi 796 aziende dei diversi comparti economici presenti nel nostro Paese. Nonostante la crescita delle retribuzioni confermata al 3,2% come quest'anno anche per il 2026, l’aumento reale scenderà all'1,8% per via della crescita ulteriore dell'inflazione. Da tenere d'occhio anche la disparità retributiva donna-uomo, pari nel 2025 al 15,4%.
Gli stipendi medi delle italiane e degli italiani sono cresciuti nel corso del 2025, ma il gender pay gap e altri ostacoli strutturali dell’economia nazionale resteranno centrali anche nell’anno che sta per arrivare. Lo sostiene la ricerca sulle dinamiche retributive di recente presentata dall’Osservatorio di WTW, una società specializzata nella consulenza per il benessere e la crescita delle persone e la gestione dei rischi.

Condotta su un campione rappresentativo dei settori più importanti dell’economia nazionale, composto da 793 aziende, la ricerca ha coinvolto 496mila persone, cresciute rispetto alla rilevazione del 2024 dell’8%.
Primo dato dell’Osservatorio, è l’incremento delle retribuzioni nel 2025 pari al 3,2%, che però è stato attutito di un punto percentuale per via di un’inflazione all’1%.
Tra gli altri aspetti più interessanti, la ricerca ha affrontato il tema della dinamica retributiva per categoria contrattuale. La parte fissa, detta anche “Total Guaranteed Compensation”, ha registrato un
aumento non cumulato superiore al 4% (media di +4,9%) per tutte le categorie contrattuali. Cresciuti in altri termini gli stipendi di Dirigenti (+17,2%) e Quadri (+15%). Significativo l’incremento anche per Impiegati e Operai (+11,8%).
Più in generale, durante il 2025, è cresciuta anche la Actual Total Annual Compensation, che comprende anche elementi variabili come i bonus. L’aumento medio è risultato pari a +5,4% (in aumento rispetto al +5,1% del 2024).
La ricerca WTW ha inoltre rilevato come nel corso di quest’anno una persona su 6 abbia avuto un aumento pari o superiore al 10%, ma per un terzo l’aumento è stato nullo o inferiore al 3%.
Tra i settori più dinamici dal punto di vista delle retribuzioni, emergono innanzitutto i Servizi Finanziari (+5,7%), seguiti dal Farmaceutico.
Tra le famiglie professionali, quella più favorita dagli incrementi retributiva è il Marketing, seguito dall’ICT.
Leggermente migliore è la fotografia delle retribuzioni delle donne, cresciute in proporzione di più di quelle degli uomini. Tuttavia, la ricerca di WTW ha mostrato un incremento del Gender Pay Gap di 0,2 punti rispetto all’anno scorso (15,2 punti) raggiungendo quest’anno un valore di 15,4.
Si conferma inoltre la dinamica per cui il Gender Pay Gap cresce all’aumentare del livello di inquadramento (12% per Dirigenti; 7,2% per Quadri; 5,8% per Impiegati e 4,4% per
Operai).

A parità di complessità del ruolo risulta pari al 3,7% nel 2025 (4,5% nel 2024). Ciò che impatta maggiormente sulla disparità retributiva di genere è insomma la qualifica contrattuale. Secondo il campione di WTW, circa 1 Dirigente su 5 è donna e circa 1 Quadro su 3 è donna. In più, le aziende con presenza femminile almeno pari a quella maschile in Italia sono meno del 15%. Solo il 16% delle donne rientra infine nella popolazione Top Executive.
E nel 2026 che cosa accadrà? Non molto, ma purtroppo in senso negativo, dice in sintesi la ricerca. La crescita mediana delle retribuzioni si attesterà infatti analogamente al 2025 al 3,2%, ma con l’incremento dell’inflazione di quasi un ulteriore punto percentuale il valore reale crescerà dell’1,4%, abbassando quindi il valore mediano delle retribuzioni stesse.
L’Osservatorio dedica anche uno spazio al confronto con il resto dell’Europa. Il quadro risulterebbe abbastanza omogeneo. La Francia, ad esempio, registra un livello di crescita mediana simile al nostro Paese, così come la Germania. Più bassa, invece, la crescita reale nel Regno Unito.
Sui dati raccolti dall’Osservatorio, Edoardo Cesarini, Amministratore Delegato di WTW, ha detto: «Negli ultimi due anni abbiamo registrato una dinamica positiva legata alle retribuzioni, seppur non sufficiente
a recuperare la perdita del passato. Questo deve porre ulteriormente attenzione al mancato recupero del potere d’acquisto da parte dei lavoratori italiani, per via dell’inflazione degli anni passati, che da anni sta definendo l’andamento delle retribuzioni nel Paese».
Cruciale, per l’AD di WTW, sarebbe però la questione del Gender Pay Gap, alla luce della normativa UE sulla trasparenza retributiva. In merito dice infatti: «Se le grandi sono più strutturate e stanno già
affrontando il tema, quelle più piccole no e rischiano di non trovarsi pronte quando a giugno dell’anno prossimo entrerà in vigore la EU Pay Transparency Directive, che dal 2027 imporrà la trasparenza retributiva nelle aziende: una grande opportunità di change management che, insieme alla necessità di trovare dei razionali oggettivi per spiegare le differenze in busta paga, ci auguriamo possa comportare meno differenze di genere e una maggiore equità salariale».
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