Dalla scuola all’azienda: la riforma del 4+2 è realtà
Annunciato durante il Salone nazionale dello studente Campus di Milano l’arrivo del decreto applicativo del DL 127, che fornirà alle scuole quadro e strumenti concreti per attuare la riforma del 4+2.
L’affollatissimo Salone Nazionale dello Studente di Milano, organizzato lo scorso 17 ottobre dall’hub di orientamento Campus, ha fatto da scenario all’approfondimento sulla riforma del 4+2, che ha introdotto cambiamenti importanti nella formazione tecnico-professionale con la rimodulazione dei corsi di studio. Dopo l’ok al decreto legge 127 dello scorso settembre, la riforma, introdotta in via sperimentale due anni fa, andrà a regime a partire dal prossimo anno scolastico.

A far parte stabilmente dell’offerta formativa del secondo ciclo di istruzione saranno in particolare i percorsi della filiera tecnologico-professionale, che potranno essere inseriti negli istituti superiori su richiesta dei dirigenti al ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il compito di annunciare l’importante novità per il mondo della formazione tecnico-professionale è stato di Ettore Acerra, direttore generale istruzione tecnica e professionale e formazione tecnica superiore del MIM, che proprio durante il Salone ha sottolineato come il decreto applicativo del DL 127 «fornirà alle scuole il quadro complessivo e gli strumenti concreti per poter partire con i percorsi ordinamentali». Il provvedimento dovrebbe diventare realtà entro il prossimo novembre, mese durante il quale «saranno date indicazioni procedurali precise alle scuole in modo che tutto sia pronto per le iscrizioni 2026/27», ha precisato Acerra.
Alla fase attuativa per tutto il territorio nazionale si è approdati dopo i due anni di sperimentazione particolarmente felici proprio in Lombardia. Lo ha rimarcato Simona Tironi, assessora a Istruzione, Formazione e Lavoro, ricordando come proprio nella regione simbolo del Nord siano attive «ben 52 filiere complete su tutto il territorio», che ospita più di 60mila studenti iscritti agli istituti professionali «con un tasso di occupazione del 94% a sei mesi dal diploma».
Pressoché unanime l’apprezzamento per la riforma espresso anche dagli altri protagonisti dell’incontro organizzato durante il Salone. La considera ad esempio una vera e propria rivoluzione «che mai come adesso trova scuole e imprese in perfetto accordo», come ha detto Ferdinando Di Fino, Executive Director People Operations Italia di Snam, un’azienda che ha 4mila dipendenti, 2mila dei quali sul territorio, che ogni anno si rinnovano per circa l’8%.
A sua volta, Fondazione per la scuola italiana, ente non profit interamente finanziato da privati, ha deciso di premiare le scuole che hanno partecipato alla fase sperimentale, mettendo a disposizione «600mila euro che andranno alle 20 filiere con le esperienze più significative del 2024/2025», come ha annunciato il direttore generale Marco D’Angelo.
Al successo di pubblico del Salone milanese (circa trentamila le presenze conteggiate quest’anno) hanno contribuito le due aree principali in cui era suddiviso, ossia “Studiare all’estero”, con la presenza di università provenienti da tutto il mondo, Svizzera, Spagna, Francia, Olanda, Canada, Regno Unito, Irlanda e Usa, e “Job#melomerito”, uno spazio, organizzato in collaborazione con Employerland, dove studenti e aziende si sono incontrati durante workshop, colloqui, momenti di formazione, consulenze personalizzate e stand aziendali.
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