
Professioni creative con l’AI: i lavori del futuro sono già qui
Dall’AI Media Strategist al Generative Creative Designer: le nuove figure ibride che uniscono tecnologia, creatività e dati stanno ridisegnando il mercato del lavoro.
L’intelligenza artificiale non si limita a trasformare i processi produttivi, ma sta già dando vita a un’intera generazione di professioni creative. Dall’AI Media Strategist, capace di gestire campagne pubblicitarie data-driven, al Generative Creative Designer, che unisce motion design e prompt engineering per dare forma a contenuti visivi e animati; dall’AI Content Curator, specializzato in SEO, UX writing e storytelling con il supporto dei modelli generativi, fino all’AI Insight Architect, che traduce i dati in insight di business.

Queste figure ibride stanno diventando sempre più centrali per le agenzie di comunicazione, il marketing e il mondo creativo. Secondo un recente studio McKinsey, entro il 2030 il 30% delle ore lavorative globali potrebbe essere automatizzato. Ma il vero valore dell’AI non sta nella sostituzione delle competenze umane, bensì nella loro evoluzione: nuove professionalità che ampliano le possibilità creative e strategiche delle imprese.
A interpretare questa trasformazione è The Next Generation Platform (TNGP), ecosistema nato nel 2024 che riunisce sei agenzie – Together, Mambo, ZooCom, Artena, Offsite e Glint – in un’unica realtà con sedi a Milano e Barcellona. L’obiettivo: affrontare le sfide del futuro mettendo a sistema creatività, dati e tecnologia.
Come osserva Alessandro Gatti, CEO di TNGP: «Le professioni emergenti legate all’intelligenza artificiale non rappresentano solo nuovi ruoli, ma veri e propri paradigmi che stanno ridefinendo il nostro modo di creare, analizzare e comunicare. Per ricoprirli occorre un approccio ibrido, capace di coniugare competenze tecniche, creative e strategiche».
La trasformazione è concreta e riguarda un mercato ampio: in Italia si contano circa 38.000 agenzie creative e di marketing, con un bacino occupazionale stimato tra 150.000 e 200.000 professionisti. L’impatto dell’AI si riflette nella velocità dei processi, nell’efficienza delle campagne e nell’evoluzione dei modelli organizzativi.
L’AI non sostituisce la creatività, ma la potenzia. In questo equilibrio tra tecnica e immaginazione, si gioca la partita delle professioni del futuro: ruoli già attivi oggi, destinati a crescere nei prossimi anni e a ridisegnare i confini del lavoro creativo.
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