Se cerchi lavoro, usa lo storytelling: sette consigli per scrivere CV di successo

Lo storyteller Cristiano Carriero, ideatore del Festival dello Storytelling, di ritorno a Bari dal 24 al 26 ottobre, spiega come scrivere CV di successo utilizzando la tecnica di costruzione delle storie.

Entro i prossimi quattro anni la ricerca di nuova occupazione riguarderà tre milioni di persone. A dirlo, è una ricerca curata da UnionCamere con il ministero del Lavoro. La citano gli organizzatori dello Storytelling Festival, che tornerà a Bari dal 24 al 26 ottobre per offrire a professionisti, aziende e studenti una imperdibile occasione di networking. Tra gli obiettivi che è possibile centrare durante la kermesse imparare a scrivere il CV per intercettare le migliori offerte in circolazione.

Citando una seconda ricerca curata da Manpower, gli organizzatori del Festival sottolineano la difficoltà attuale avvertita dal 78% delle aziende italiane nel reperimento di professionisti con le competenze adeguate. In questo scenario, ci potrebbe dare una grossa mano proprio lo storytelling, che è l’arte di trasformare informazioni, esperienze o idee in storie coinvolgenti che non si limitano a raccontare fatti bensì a creare connessioni emotive, trasmettere valori, trasformare parole in leve di cambiamento e rendere un messaggio unico e riconoscibile.

Cristiano Carriero

Ne parla in particolare Cristiano Carriero, esperto di storytelling e ideatore dello Storytelling Festival, in questo modo: «Un curriculum non dovrebbe limitarsi a elencare cosa abbiamo fatto», bensì «deve raccontare chi siamo, le scelte che ci hanno portato fino a qui e la direzione che vogliamo prendere. In un mercato segnato dal talent shortage, dalla continua richiesta di competenze trasversali e dalle nuove sfide professionali, distinguersi significa saper raccontare la propria storia, fare storytelling, perché è con le storie che si creano connessioni».

Di qui ecco i sette consigli che Carriero suggerisce per trasformare il proprio CV in una storia di successo:

– Non parlare in terza persona – È la tua vita, la tua carriera. Raccontala in prima persona, senza dimenticare di usare il plurale quando approfondisci i successi ottenuti in team.
– Mostra, non dire – Evita aggettivi come “determinato” o “affidabile”: racconta episodi concreti o referenze che lo dimostrino chiedendo al tuo capo o al tuo collega un virgolettato che possa avvalere la tua tesi.
– Racconta i vuoti – Se hai avuto un momento difficile, se hai scelto di dedicare qualche mese a te stesso, alla tua salute fisica e mentale, raccontalo, motivalo. Lo storytelling non è menzogna, è verbalizzazione di una azione e sapere quando fermarsi è una grande dote.
Abbandona le iperboli, gli avverbi e le metafore – Lo storytelling è narrazione, non è iperbole. Non esagerare con le metafore, con gli aggettivi ed evita gli avverbi, l’obiettivo è essere chiari.
– Dai spazio al futuro – Dove vorresti essere tra 5 anni? Che archetipo vorresti rappresentare? I Recruiter fanno spesso questa domanda, mettere nero su bianco aiuta a visualizzare. E desta curiosità… per cui fallo prima tu!
– Usa l’AI ma non perdere la tua voce – Strumenti come ChatGPT o similari possono aiutare a strutturare il curriculum, suggerire esempi concreti e dare ordine alle idee. Ma la voce, le scelte e il racconto restano sempre personali: l’intelligenza artificiale è una guida, non l’autore della storia.
– Connetti i tuoi punti – Integra passioni, riferimenti culturali, esperienze trasversali o citazioni che ti rappresentano. Le contaminazioni tra mondi diversi portano valore al tuo curriculum.

Proprio il valore trasformativo delle storie – e quindi anche di quella che raccontiamo nel nostro CV – sarà uno dei temi al centro dello Storytelling Festival. Per scoprire di più dell’iniziativa, cliccare qui.

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