
Il futuro dell’HR tra soft skill e IA: la ricerca di Reverse per Talent Garden
Intitolata “Il Futuro dell’HR: Competenze, Sfide e Opportunità”, la survey curata dalla società di headhunting per Talent Garden offre una visione integrata della professione HR italiana, sottolineando la centralità di investire in soft skill e cultura aziendale, accanto a un uso strategico dell'IA.
Cambiando la società e l’economia, cambia anche il ruolo delle persone che lavorano nelle risorse umane. Lo testimonia una ricerca targata Reverse e realizzata per la Digital Skills Academy Talent Garden, dal titolo “Il Futuro dell’HR: Competenze, Sfide e Opportunità”.

La società di headhunting ha analizzato in particolare quali sono le competenze più richieste ai professionisti HR di oggi e soprattutto di domani, mettendo in luce la necessità di mettere al centro le loro capacità di essere umani. Potrebbe sembrare un paradosso in un’epoca contrassegnata dalla rivoluzione dell’AI e invece, precisa Reverse, all’HR sarà chiesto sempre di più di investire in maniera strategica nell’integrazione di tecnologia, ascolto e leadership.
In merito, il Ceo di Reverse, Alessandro Raguseo, sottolinea: «La survey evidenzia che l’AI è vista come alleato, non minaccia, e questo vale per ogni funzione aziendale». La vera sfida riguardante il settore della ricerca e selezione del personale, prosegue Raguseo, «non è più solo trovare competenze tecniche, quelle evolvono sempre più rapidamente e si imparano, ma individuare persone che sappiano adattarsi, collaborare con l’intelligenza artificiale e guidare il cambiamento. Stiamo assistendo alla nascita di una nuova categoria di professionisti: i ‘change enabler’, persone capaci di fare da ponte tra innovazione tecnologica e crescita umana».
A supporto della propria tesi, l’indagine di Reverse snocciola diversi dati emersi dalla survey. In particolare, il 68,2% del campione intervistato ha dichiarato di investire prioritariamente su leadership e soft skills, mentre parallelamente il 52,9% riconosce l’AI come un alleato strategico e indispensabile, lasciando intendere come un HR sia ora una figura ibrida, aperta all’innovazione.
L’ambito HR, dunque, rappresenta un settore dove ancora prevalgono qualità antiche come leadership, empatia, capacità di influenzare positivamente le persone, a discapito di automazione, algoritmi predittivi e intelligenza artificiale, che restano tecnologie di supporto ma non sostitutive della forza di relazioni autentiche o della credibilità di una guida.
Priorità assoluta delle HR del futuro è in definitiva l’investimento nella cultura aziendale a tutto tondo. Ciò significa dare la priorità assoluta alle soft skill. Nello specifico, la survey di Reverse ha raccolto un campione di oltre il 50% di HR Manager che indica l’evoluzione della cultura aziendale come la sfida numero uno, davanti a temi comunque centrali come attrazione di candidati qualificati (42,4%), employee engagement (40%), upskilling/reskilling (30,6%) e retention dei top performer (29,4%). Di qui la sempre maggiore importanza di dare vita ad azioni per attrarre, motivare, far crescere e trattenere le persone giuste.
La survey mette però in luce anche una contraddizione particolarmente stridente del settore HR, ossia la mancata corrispondenza tra ruolo e remunerazione. Secondo i dati della survey, infatti, il 38,8% degli HR Manager colloca la RAL per profili junior (1-3 anni di esperienza) nella fascia 25-30K€, mentre il 23,5% parla di 30-35K€. Il 15,3% indica che la RAL di tali profili dovrebbe addirittura scendere sotto i 25K€, il 10,6% nella fascia 35-40K€ e solo l’11,8% indica che dovrebbe superare i 40K€.
Si evince dunque una concentrazione prevalente nella fascia 25-35K€, con una mediana che si attesta intorno ai 28-30K€. Quindi, oltre il 77% delle posizioni ha una RAL sotto i 35K€, segno che la funzione HR viene ancora trattata più come costo che come leva di business.
Come superare la contraddizione? Una grossa mano la darà proprio la tecnologia. La survey indica un 57,6% di HR Manager che identifica piattaforme di HR Analytics come priorità assoluta. A seguire si trovano gli strumenti di employee listening (45,9%), i software di performance management (37,6%), le soluzioni di e-learning e sviluppo (27,1%) e gli ATS avanzati (23,5%).

Da meri strumenti operativi, l’utilizzo dei tool sopra elencati testimonia insomma l’evoluzione degli stessi verso un loro ruolo ancora una volta più di tipo strategico. L’HR sta virando in altri termini verso un approccio data-driven. Il dato sull’employee listening, in particolare, mostra una crescente attenzione all’engagement come leva di retention e produttività. La posizione relativamente bassa degli ATS (23,5%) suggerisce poi che molte organizzazioni li considerino ormai commodity, concentrando gli investimenti su tecnologie più strategiche.
Accanto alle nuove tecnologie, c’è un’altra esigenza particolarmente avvertita nel mondo HR, ossia quella di ricevere una formazione più innovativa e puntuale. Il 56,5% degli HR Manager considera ad esempio mentorship ed esperienza sul campo le forme di apprendimento più efficaci, seguiti da business case pratici (43,5%), simulazioni di scenario realistiche (31,8%), networking con aziende (30,6%), mentre le certificazioni riconosciute raccolgono solo il 12,9% delle preferenze. La parità perfetta tra esperienza sul campo e mentorship (entrambi al 56,5%) indica che gli HR Manager riconoscono l’importanza sia dell’apprendimento pratico sia del supporto di figure esperte.
Sui dati della survey ha aggiunto Davide Dattoli, Executive Chairman e Founder di Talent Garden:
«Nel contesto attuale, l’Intelligenza Artificiale rappresenta una leva fondamentale per trasformare la funzione HR da ruolo operativo a asset strategico – afferma- È una straordinaria opportunità di crescita e il vero vantaggio competitivo sarà dato dalla capacità delle aziende di integrare l’AI in modo consapevole, mantenendo al centro le competenze umane come leadership, ascolto ed empatia. La tecnologia da sola non basta: servono cultura organizzativa, visione e team HR capaci di prendere decisioni più rapide, più intelligenti e basate sui dati, senza perdere di vista il fattore umano. Ed è con questo obiettivo che in Talent Garden lavoriamo ogni giorno al fianco delle aziende: per supportare i team HR nello sviluppo delle competenze necessarie ad affrontare le sfide del futuro».
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