Il mercato del lavoro in Italia negli ultimi 3 mesi: l’analisi dell’Istat
Occupati, costo del lavoro e andamento delle imprese nella foto scattata dall'Istituto nazionale di statistica nella sua analisi trimestrale sul mercato del lavoro
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? La scelta di come interpretare i dati Istat sul mercato del lavoro può dipendere anche dall’atteggiamento di chi li legge. L’Istituto nazionale di statistica parla infatti di un lieve input nelle ore lavorate, nel secondo trimestre del 2025, pari allo 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% nei confronti del secondo trimestre 2024. Stabile, nello stesso periodo, il numero degli occupati rispetto ai primi tre mesi di quest’anno, sia nella forma a tempo indeterminato sia determinato. Guardati dalla prospettiva meno ottimistica, gli stessi dati raccontano però di una diminuzione dei dipendenti in generale contro una crescita degli indipendenti e dei disoccupati (questi ultimi sono + 13 mila, ossia saliti di quasi un punto percentuale).

Secondo l’Istat, in ogni caso, i tassi di occupazione, disoccupazione e inattività restano pressoché invariati in confronto al trimestre precedente attestandosi rispettivamente al 62,6%, al 6,3% e al 33,0%.
Guardando le percentuali sotto il profilo della tendenza generale, in un anno gli occupati sono comunque cresciuti di 226 mila unità, ossia di + 0,9%, un incremento attribuibile a una maggiore incidenza degli indeterminati (+1,9%) e degli indipendenti (+3,0%), dati che si contrappongono al calo dei dipendenti a termine (-7,7%). Le statistiche sembrano quindi prefigurare segnali di stabilizzazione nel numero dei disoccupati, scesi di 9 mila unità in un anno, mentre prosegue il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-150 mila, -1,2%).
Mettendosi dalla prospettiva delle imprese, l’Istat segnala la crescita rispetto al trimestre precedente delle posizioni lavorative dipendenti (+0,4% in tre mesi), dovuta sia alla componente a tempo pieno (+0,3%) sia a quella part time (+0,5%). Si tratta però di un rallentamento nella dinamica positiva vista in termini tendenziali.
Le ore lavorate per dipendente diminuiscono infatti anche dalla seconda prospettiva, con un calo del ricorso alla cassa integrazione, scesa a 6,7 ore ogni mille ore lavorate (-0,8 ore). Stabile invece il tasso dei posti vacanti, pari all’1,8% rispetto al primo trimestre 2025, ma è in diminuzione di 0,4 punti percentuali nel confronto tendenziale.

Ultimo aspetto riportato nella rilevazione Istat trimestrale è il costo del lavoro per “Unità di lavoro equivalente a tempo pieno” (in sigla, Ula), dato in crescita rispetto ai primi tre mesi del 2025.
Su base annua, anche in questo trimestre, si conferma un aumento sostenuto del costo del lavoro, pari a 3,6%, trainato dall’aumento dei contributi sociali (+4,9%) e, in misura più lieve, dalle retribuzioni (+2,9%). La significativa crescita del costo del lavoro, dovuta al proseguimento dei miglioramenti retributivi a seguito dei recenti rinnovi contrattuali, si lega anche all’esaurimento degli effetti di alcune agevolazioni contributive, solo parzialmente sostituite da nuove forme di decontribuzione.
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