
Intelligenza artificiale e professioni finanziarie: forte l’impatto secondo Randstad
Uno studio dell'area research dell'agenzia per il lavoro mette in luce gli effetti dell'automazione su diversi diciotto profili del comparto finance: centrale investire nella riqualificazione e nell’aggiornamento delle competenze, preparando i professionisti ad un ambiente di collaborazione uomo-macchina

Sono circa 400 mila i lavoratori italiani impiegati nel Finance, pari al 66% del totale degli occupati nel settore, che rischiano ripercussioni significative dall’ingresso dell’intelligenza artificiale nel loro mondo. Lo sostiene l’indagine “L’era dell’intelligenza artificiale nel settore finanziario: sfide e opportunità per le professioni”, realizzata dal centro di ricerca sul lavoro del futuro promosso da Randstad, che ha quantificato l’impatto dell’AI nel comparto. Per farlo, ai profili analizzati sono stati applicati tre diversi indici scientifici che identificano differenti effetti dell’introduzione delle tecnologie digitali nelle attività lavorative.
Il primo indice elaborato da Osborne e Frey misura gli effetti dell’automazione nella sostituzione degli aspetti non cognitivi e ripetitivi delle mansioni. Il secondo di Felten, Raj e Seamans misura invece l’esposizione di una professione all’intelligenza artificiale su mansioni non ripetitive e cognitive. Il terzo indice di Brynjolfsson Mitchell calcola infine quanto questa tecnologia completi i compiti in maniera uguale o più efficiente a quella umana.
Scendendo più nel dettaglio, la ricerca ha analizzato l’impatto di queste tecnologie su un nucleo di 18 professioni chiave del settore finanziario italiano, che con 495.303 occupati rappresentano l’81,9% della forza lavoro impiegata nel settore, suddivise in 3 gruppi: professioni specifiche del settore finanziario, trasversali e dell’area comune (ossia le attività operative, strategiche e di staff).
La ricerca individua in sostanza due margini di influenza dell’AI sul mercato del lavoro: il primo di tipo estensivo, che porta sì alla perdita di alcuni lavori, ma anche alla creazione di nuove figure professionali legate allo sviluppo e alla gestione dell’IA (come data scientist e specialisti in sicurezza informatica). ù
Il secondo margine di tipo intensivo prevede la trasformazione delle attività svolte dai lavoratori dovuta ai nuovi strumenti disponibili. Soprattutto questo tipo di margine è destinato, secondo Randstad, ad avere l’impatto maggiore nel Finance: quasi tutte le professioni evolveranno, richiedendo nuove skills come l’alfabetizzazione digitale, competenze tecniche avanzate e, apparentemente in modo paradossale, un’accresciuta importanza di capacità umane come creatività, pensiero critico e intelligenza emotiva.
In ogni caso, conclude la Randstad Research, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale su tutti e diciotto i profili analizzati si dimostra uniforme nella sua pervasività.
Per queste ragioni, Emilio Colombo, Coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research, ha sottolineato: «Il comparto ha davanti a sé l’opportunità di migliorare l’efficienza, l’innovazione e la capacità decisionale attraverso l’adozione strategica dell’intelligenza artificiale, ma per cogliere appieno questi benefici e mitigare i potenziali rischi è fondamentale un approccio proattivo nella gestione del cambiamento, investendo nella riqualificazione e nell’aggiornamento delle competenze e ridefinendo i ruoli professionali in un’ottica di collaborazione sinergica tra uomo e macchina».
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