Mancano talenti nella logistica: la ricerca targata PoliMi

L'Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano ricorda come a livello globale oltre 1,3 miliardi di persone manchino delle competenze richieste dal mercato del lavoro, un forte disallineamento tra domanda e offerta che colpisce anche un settore dove tradizionalmente le persone con competenze STEM un tempo trovavano impiego più facilmente. Oggi, invece, il 40% delle figure professionali richieste sarebbe difficile da reperire, accanto all'altra preoccupante crescita nel numero di candidati sovra-qualificati. Per fortuna esistono eccezioni positive, come l'azienda bolognese Due Torri Spa.

Anche la logistica si trova alle prese con il talent shortage, la carenza di capitale umano. Lo rivela l’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, che ha analizzato 4,6 milioni di ricerche di candidati, sottolineando come ben 800 mila posizioni per il settore siano rimaste scoperte.

Per la ricerca, si tratta di un divario ormai strutturale tra domanda e offerta che colpisce le professionalità più strategiche, difficilmente reperibili per il 40% dei casi contro il 27% di tre anni fa. L’Osservatorio sottolinea come non si tratti solo di mobilità professionale, bensì di una ridefinizione del rapporto con il lavoro, alimentata dal bisogno crescente di equilibrio e benessere.

Come noto, il problema è più generale oltre che globale: l’Osservatorio cita i dati OCSE, che parla di oltre 1,3 miliardi di lavoratori che non dispongono delle competenze richieste dal mercato del lavoro contemporaneo, con una perdita economica annuale pari a circa 8mila miliardi di dollari.

Venendo al nostro Paese, il talent shortage si sarebbe aggravato ulteriormente lo scorso anno, con oltre un milione di italiani che hanno lasciato volontariamente il proprio impiego, malgrado due terzi di loro fossero assunti a tempo indeterminato.

Tra le persone che hanno dato le dimissioni o che non riescono a trovare un lavoro davvero soddisfacente, tra l’altro, molte hanno una preparazione di alto livello. Il fenomeno, sottolinea l’Osservatorio, colpisce in particolare i giovani che, dotati di percorsi accademici e professionali avanzati, non di rado si trovano costretti ad accettare ruoli sottodimensionati rispetto al proprio potenziale. Il che li spinge, come logica conseguenza, ad andarsene, un giorno o l’altro.

Andrea Franceschelli

Nello scenario non proprio incoraggiante sopra descritto, esistono per fortuna eccezioni positive come quello offerto da Due Torri Spa, l’azienda bolognese attiva nel settore della logistica integrata, che punta sulla comunicazione come strumento di inclusione, equità e accessibilità. Ne parla il Vice Presidente e Direttore Generale Andrea Franceschelli, che ha sottolineato come in un mondo in continua trasformazione come quello attuale, l’azienda abbia scelto di «formare nuovi talenti coinvolgendoli in modo equo e responsabile, generando valore condiviso». Una visione che quindi permette di «veicolare la cultura organizzativa in modo autentico e coerente», prosegue Franceschelli, che sottolinea come al centro della loro organizzazione vi sia «da sempre un valore: l’unicità della persona».

Esempi concreti del proprio purpose inclusivo e partecipativo sono quindi le circa 780 ore di formazione, erogate ogni anno dall’azienda bolognese, con l’obiettivo di sviluppare competenze tecniche e trasversali che vadano oltre il ruolo professionale specifico. In più, Due Torri Spa punta sull’accrescimento del senso di appartenenza offrendo ai collaboratori di andare a tifare la squadra del capoluogo emiliano nello stadio Renato Dall’Ara. Allo stesso tempo, promuove uno stile di vita sano e partecipativo attraverso tornei di calcio e basket interaziendali all’interno dell’Interporto di Bologna, tutte «occasioni informali di inclusione e coesione tra colleghi», conclude Franceschelli.

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