I Global Human Capital Trends 2025 di Deloitte e il volto umano del lavoro che verrà

Secondo l'analisi di Deloitte, l’IA sta trasformando il lavoro e la relazione tra dipendenti e datori di lavoro al punto che per il 57% degli intervistati le pratiche tradizionali di valutazione delle performance devono evolvere perché ritenute inefficaci per migliorare realmente il rendimento umano.

In un mondo che cambia sempre più velocemente è essenziale ridefinire in toto il concetto di leadership, abbracciando con coraggio le enormi potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale generativa per l’avvento di un modello di società davvero dal volto umano. Lo ha detto a chiare lettere l’ultima edizione del Global Human Capital Trends 2025 di Deloitte, una delle analisi globali più ampie sul futuro del lavoro, che ha parlato di oltre un 60% di aziende che riconosce la necessità di un cambiamento strategico nei modelli organizzativi.

In particolare, andrebbero ripensati l’Employee Value Proposition e i meccanismi di engagement. Venendo all’Italia, l’indagine segnala un 78% di aziende che denuncia un disallineamento tra le competenze presenti nella forza lavoro e quelle richieste dal mercato, con conseguenze immaginabili non positive sulla produttività e sull’acquisizione dei talenti.

In questo scenario, la Gen IA è vista nella ricerca di Deloitte non più solo come un supporto operativo, bensì come leva strategica utile per ridisegnare il futuro del lavoro, restituendo centralità al potenziale umano.

In proposito ha detto infatti Matteo Zanza, Human Capital Leader di Deloitte Central Mediterranean: «Le aziende così come i lavoratori stanno vivendo una nuova epoca guidata dallo sviluppo tecnologico e dal processo di digitalizzazione del mondo del lavoro. L’intelligenza artificiale rappresenta un alleato strategico per vincere questa sfida, ma al contempo può creare tensioni tra l’organizzazione e i dipendenti. In questo contesto, la leadership deve essere in grado di trasformare tali tensioni in successi, gestendole non come conflitti da risolvere ma come stimoli per innovare e crescere».

La dichiarazione di Zanza assume un significato particolarmente significativo alla luce del gap di competenze registrato in Italia decisamente superiore rispetto alla media globale.

Colmare questo tipo di divario richiederebbe quindi alle aziende di adottare un approccio alla formazione più flessibile, per valorizzare competenze trasversali e apprendimento continuo. In questo senso, l’intelligenza artificiale essere un valido SOS perché in grado meglio di altre tecnologie del passato di sviluppare programmi formativi altamente personalizzati, oltre che di simulare esperienze reali attraverso la generazione di scenari realistici, automatizzando compiti di basso valore per lasciar spazio all’apprendimento.

Tra gli altri risultati, l’indagine di Deloitte parla di un 64% di intervistati italiani che ritengono la personalizzazione della motivazione come tassello fondamentale per sbloccare la performance umana, migliorare l’engagement, la produttività e la retention. La leadership del futuro dovrà quindi essere in grado di ascoltare, interpretare e rispondere alle esigenze individuali in tempo reale.

Venendo all’Employee Value Proposition, sempre il 64% degli intervistati italiani sostiene che l’offerta di valore al dipendente (EVP) sia destinata a cambiare profondamente, modellata dalla collaborazione crescente tra persone e AI. Le organizzazioni dovranno pertanto costruire una proposta coerente con il nuovo modo di lavorare: ibrido, aumentato, dinamico. La leadership adatta a un contesto del genere dovrà di conseguenza essere per definizione inclusiva e basare il rapporto con i collaboratori su principi di reale condivisione.

Sulla consapevolezza di tenere in equilibrio agilità richiesta dal futuro e desiderio di stabilità da parte dei lavoratori, la distanza tra gli italiani e il resto del campione globale è maggiore: i primi ne sono molto meno consapevoli, benché in rapida trasformazione.

Nel processo di cambiamento continuo giocano, per l’analisi di Deloitte, un ruolo centrale gli HR e il top management. In merito Zanza ha osservato: «Per costruire un business sostenibile nel lungo periodo è necessario un cambiamento culturale profondo: le persone dovranno essere in grado di collaborare con l’intelligenza artificiale, integrando l’innovazione nel loro lavoro quotidiano in modo consapevole e responsabile; le organizzazioni, invece, dovranno ripensare la governance e le metriche di valutazione per creare nuovi casi di valore che possano portare benefici sia per il business, sia per le persone».

In conclusione, i dati degli HC Trends 2025 delineano con chiarezza lo scenario futuro: per restare rilevanti, le organizzazioni dovranno saper integrare AI e umanità, tecnologia e identità, stabilità e adattabilità. Chi saprà abbracciare questa complessità con visione e leadership, sarà in grado non solo di affrontare il cambiamento, ma di guidarlo.

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