
DE&I, marcia indietro in Usa per 1 azienda su 8: l’indagine di Consorzio Vero Volley
Secondo una ricerca di Consorzio Vero Volley, negli Stati Uniti diventeranno effettivi entro la fine dell’anno i tagli parziali o definitivi ai fondi per le iniziative di promozione della Diversity & Inclusion annunciati dall'amministrazione Trump. Per fortuna qualche segnale in controtendenza c'è in diversi comparti aziendali, a partire dal food e lo sport

Entro fine anno un’azienda su otto negli Stati Uniti dirà addio ai programmi di Diversity & Inclusion, in tutto o in parte. A dirlo, è HR Dive, una delle testate internazionali considerate dalla ricerca che Consorzio Vero Volley ha commissionato a Espresso Communication per indagare gli effetti prossimi venturi della stretta impressa dall’amministrazione Trump alle politiche aziendali inclusive.
Sulla stessa lunghezza d’onda si posizionerebbe anche Forbes USA, che di recente ha stilato un vero e proprio elenco di realtà, anche multinazionali, che hanno deciso di abbandonare la promozione e la valorizzazione delle politiche di diversità, equità e inclusione.
E in Europa? Dalla ricerca risulterebbe una situazione critica, stando a quanto sostiene Euronews, che già nel 2024 parlava di solo un 7% delle organizzazioni del Vecchio Continente già in possesso di una strategia DE&I ben definita.
Lecito chiedersi a questo punto: è ancora possibile invertire il trend? Positiva la risposta del Sustainability Magazine, che mette in risalto, in particolar modo, organizzazioni appartenenti al mondo food addicted, le quali si impegnano quotidianamente nella costruzione di ambienti di lavoro sempre più inclusivi e, allo stesso tempo, equi, garantendo infatti a tutti pari opportunità sia a livello si carriera sia a livello di formazione con corsi ad hoc in base alle necessità e lacune dei singoli lavoratori.
Allo stesso modo, anche diverse organizzazioni dell’universo sanitario e farmaceutico sarebbero interessate a strutturare la quotidianità lavorativa dei propri dipendenti in ottica equa e inclusiva. Idem nel settore dello sport, come dimostra proprio il Consorzio Vero Volley, realtà riconosciuta a livello nazionale e globale anche per i numerosi li innumerevoli progetti DE&I. La sigla con la quale si identifica l’area Diversity & Inclusion, «per noi non è solo un acronimo, ma un monito da seguire e applicare ogni giorno» afferma la presidente del Vero Volley, Alessandra Marzari.

Tra le azioni messe in campo dalla società sportiva c’è ad esempio il progetto «Emmeline», strutturato proprio con l’obiettivo di promuovere keyvalues come l’inclusione e l’uguaglianza, prima di tutto di genere, attraverso attività variegate sia per le prime squadre sia per il settore giovanile.
Un’altra iniziativa meritevole di essere citata è l’opportunità offerta ad atleti affetti da sindrome di Down e da autismo di essere parte integrante delle squadre dei «No Limits», «le quali, sotto la guida di allenatori qualificati, si allenano e partecipano a campionati provinciali e regionali nei tornei Special Olympics», aggiunge Marzari.
Ultimo progetto citato dalla presidente del Consorzio Vero Volley è OASES, «sviluppato da un team di professionisti sanitari e ricercatori in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con la Fondazione Luigi Rovati e l’Associazione Piesse con lo scopo di migliorare le cure d’emergenza nei cosiddetti deserti sanitari, regioni remote dove la carenza di strutture ospedaliere e di personale sanitario specializzato limita l’accesso a cure mediche tempestive e di qualità», prosegue la presidente Marzari, che conclude: «I risultati dei programmi DE&I non si misurano con le entrate economiche e con la notorietà, ma con la soddisfazione dei propri partner e la felicità delle persone che ne fanno parte».
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