Lavoro e sostenibilità: cosa chiediamo alle aziende? La survey di Laborability

Sono sempre più coloro che scelgono un impiego anche in base all’impegno ambientale, sociale ed etico dell’impresa. Ma c’è ancora distanza tra ciò che i lavoratori si aspettano e ciò che le imprese effettivamente realizzano

Parlare oggi di sostenibilità aziendale significa parlare di reputazione, attrattività e cultura organizzativa. Non è più soltanto una questione di pannelli solari, politiche plastic free o raccolta differenziata in ufficio. È una leva che incide direttamente sulle scelte delle persone, sul loro benessere e sulla capacità delle imprese di trattenere talenti. Secondo un sondaggio promosso da Laborability, media & tech company specializzata in cultura del lavoro, è sempre più evidente quanto i temi ESG – Environmental, Social e Governance – siano diventati un metro di giudizio per valutare un’azienda. E, in molti casi, per decidere se accettare o meno un’offerta.

Al questionario di Laborability hanno risposto prevalentemente donne (71%), in maggioranza Millennials (26-45 anni) e GenX (46-55 anni), un pubblico che già nella vita personale appare più incline a fare scelte sostenibili: riduzione degli sprechi, predilezione per i prodotti locali, consumo consapevole.

Il 50% dei rispondenti lavora in aziende che hanno attivato iniziative ESG, soprattutto legate al work-life balance (flessibilità oraria, smart working, settimana corta) e alla riduzione dell’impatto ambientale.

Ma il dato più significativo appare essere un altro: l’89% considera la sostenibilità aziendale importante o molto importante.
Il 64%, invece, afferma che questo aspetto incide nella valutazione di un’offerta di lavoro.
E, a parità di proposta, il 69% sceglierebbe l’azienda più sostenibile.

Quali aspetti contano di più? Alla domanda su quali dimensioni ESG le aziende dovrebbero investire maggiormente, la sostenibilità sociale si posiziona in cima alle priorità per il 47% del campione. Seguono la governance etica (33%) e l’impatto ambientale (20%).
Si tratta di un segnale forte, che evidenzia quanto le persone si aspettino dalle aziende un ruolo attivo nel costruire un ambiente di lavoro giusto, inclusivo, trasparente.

Come osserva Laborability, «le persone sono sempre più interessate al tema della sostenibilità e ciò si riflette anche nelle decisioni legate al mondo del lavoro. Chi lavora cerca aziende che condividono i suoi valori e che si impegnano negli ambiti da loro considerati fondamentali. Etica, responsabilità sociale, sostenibilità ambientale: quando queste dimensioni diventano un obiettivo comune ecco che il personale si sente più motivato e coinvolto, migliorando il senso di appartenenza».

I vantaggi per le aziende che investono in ESG sono concreti: reputazione, employer branding, attrattività verso investitori e talenti. Ma non solo.
Numerose ricerche, nonché la teoria del Green HR, suggeriscono che una vera integrazione dei valori ESG all’interno della cultura organizzativa può migliorare le performance finanziarie. Se i valori aziendali coincidono con quelli dei lavoratori, la motivazione aumenta.

«I progetti ESG migliorano innanzitutto l’immagine e la reputazione aziendale – si legge nella survey –. Questo aspetto non solo rende l’impresa più attrattiva agli occhi di stakeholder come investitori e consumatori, ma anche di potenziali talenti. La capacità di migliorare il benessere dei propri dipendenti attraverso lo sviluppo di pratiche di sostenibilità sociale, infatti, aumenta la motivazione e la partecipazione – che si traduce in migliori performance».

Alla domanda «Quanto pensi che la tua azienda sia impegnata su temi di sostenibilità ed ESG?», non emerge comunque una risposta netta. Segno che molte imprese non comunicano in modo chiaro o non realizzano realmente la propria strategia sostenibile. In molti casi, la sostenibilità è ancora trattata come un’iniziativa accessoria, e non come parte integrante della visione aziendale.

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