Resilienti e pronti sempre a imparare cose nuove: i talenti del futuro secondo The Adecco Group

Secondo l'indagine Global Workforce of the future della società specializzata in sviluppo del capitale umano, già dal 2025 le aziende italiane dovranno investire più risorse nella formazione dei cosiddetti future-ready workers, persone dotate di competenze, mentalità e flessibilità necessarie per cavalcare le sfide di oggi e di domani

In un’epoca come l’attuale caratterizzata dalla rincorsa al futuro, molti lavoratori faticano ancora a tenere il passo, ma le cose sono destinate a cambiare man mano che aumenteranno i cosiddetti future-ready workers, ossia quella fetta di occupati capaci di guidare il cambiamento prima di tutti gli altri. Lo sostiene l’indagine Global Workforce of the Future di The Adecco Group, che ha tracciato gli scenari che attendono le aziende in tutto il pianeta a partire già da quest’anno.

A tutte è chiesto infatti di investire più risorse per accrescere la quota dei lavoratori del futuro, dotata in partenza di competenze, mentalità e flessibilità necessarie per affrontare sfide continue poste dalla modernità. Se tuttavia in Paesi come Cina e India questo processo di trasformazione è già avviato, in Italia solo il 5% dei lavoratori possiede le abilità per rispondere ai rapidi cambiamenti tecnologici e alle richieste del mercato del lavoro.

Come fare per allinearsi il più velocemente possibile ai Paesi più vivaci? Secondo la ricerca di The Adecco Group, tre sono le qualità fondamentali dei future-ready workers, ossia l’adattabilità, cioè la capacità di adattarsi rapidamente a nuovi strumenti, processi e responsabilità; poi la competenza tecnologica, caratterizzata da un approccio proattivo nell’utilizzo di strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale (IA) per massimizzare la produttività; e infine la proattività, ossia quella naturale propensione a perseguire la crescita professionale attraverso l’acquisizione di nuove competenze e verso il costante aggiornamento sulle tendenze del settore.

Per garantire la crescita di questi talenti del futuro, le aziende sono insomma chiamate ad investire nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti, attraverso l’implementazione di percorsi di formazione costantemente aggiornati.

Secondo la ricerca di The Adecco Group, infatti, il 91% dei future-ready workers dichiara di avere ricevuto dalla propria azienda un piano di sviluppo professionale personalizzato, rispetto ad una media globale del 51% dei lavoratori che non rientrano in questa categoria. Inoltre, il 99% dichiara di partecipare regolarmente a corsi di formazione sulla leadership, rispetto al 57% della media globale tra coloro che non rientrano in questa categoria.

A tutti gli effetti, dunque, secondo la società specializzata nello sviluppo del capitale umano, per favorire una vera crescita professionale è necessario integrare strategie di upskilling e reskilling, oltre alla pianificazione di opportunità di crescita e attività che siano in grado di rispondere alle esigenze individuali, con una particolare attenzione alla trasformazione digitale e all’etica nell’uso dell’IA.

Angelo Lo Vecchio, Amministratore Delegato di Adecco e Presidente di The Adecco Group in Italia ha infatti dichiarato: «Con il giusto supporto e investimenti mirati, le aziende possono coltivare un ecosistema di talenti resilienti e preparati all’evoluzione». In concreto questo significa che le aziende devono maturare una visione proattiva nella ricerca dei nuovi talenti, in maniera tale da favorire la crescita delle competenze di chi ha già ingaggiato.

Aiutare i propri collaboratori ad abbracciare il futuro, sostenendone la crescita delle competenze internamente, conclude Lo Vecchio, non solo aumenterà la loro fedeltà al progetto d’impresa, ma avrà anche effetti benefici sulla competitività e la riduzione dei costi.

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